Pronti ai ricorsi per fermare la demolizione dello stadio Giuseppe Meazza. «Alla Corte dei Conti o al Tar o magari, perché no, davanti a entrambe le giurisdizioni», ha sottolineato Luigi Corbani, ex vicesindaco del Pci ai tempi delle giunte rosso-verdi e uno degli animatori di “Sì Meazza”.
Il comitato in difesa dell’attuale impianto – spiega Il Corriere della Sera – ha risposto all’intervento dell’ex assessore al Bilancio del Comune Roberto Tasca pubblicato dallo stesso quotidiano. «Spacciare per investimento una pura operazione immobiliare di privati su aree pubbliche non è onesto né intellettualmente né professionalmente, né politicamente», sostengono dal comitato.
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«Si abbia il coraggio di chiamarlo con il suo nome: le due società straniere vogliono fare un affare a Milano, a San Siro. Il Comune si presta a usare aree pubbliche per fare un favore a privati, il succo della vicenda è tutto qui. Non siamo contrari a operazioni immobiliari, ma l’uso di suolo pubblico a fini privati deve essere gestito meglio nell’interesse dei milanesi», proseguono i promotori del comitato “Sì Meazza”.
«Le due proprietà (Elliott e Suning, ndr) non tirano fuori un centesimo, si fanno dare i diritti volumetrici su aree pubbliche e poi venderanno a una immobiliare per incassare i soldi per il nuovo stadio. Quindi rimane la beffa: il Meazza agibile viene demolito e il Comune avrà tra 90 anni uno stadio più vecchio di quello attuale», conclude la replica del Comitato.