Le difficoltà legate alla partnership con DAZN pesano su TIM. Standard & Poor’s ha infatti comunicato l’abbassamento del rating a lungo termine su Telecom Italia a “BB” da “BB+”. L’outlook rimane stabile.
«In contrasto con la nostra precedente previsione che le nostre metriche di credito rettificate per Telecom Italia sarebbero migliorate nel 2020 e sarebbero state commisurate al rating nel 2021/22, ora ci aspettiamo che i ricavi e gli utili più bassi facciano salire la nostra metrica di leva finanziaria rettificata», spiega l’agenzia di rating.
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Il taglio del rating di TIM «è dovuto all’indebolimento dei ricavi dei servizi domestici su base annua, a una ripresa più lenta del roaming e delle vendite di cellulari, e a movimenti valutari avversi che stanno ancora influenzando i contributi del business del Brasile nel 2021».
Quanto all’Italia si aggiungono «i deboli benefici dai diritti televisivi sportivi di DAZN e dai sussidi per i voucher» a rallentare un miglioramento dei ricavi. «Prevediamo una stabilizzazione a partire dal 2022 e una crescita in seguito, alimentata dai ricavi della banda larga e dell’ICT, ma non abbastanza da ridurre il leverage rettificato a meno di 4.0x. Inoltre, un’ulteriore pressione potrebbe venire dal nuovo player di linea fissa Iliad», quando la società di tlc concorrente entrerà anche nella linea fissa in Italia.
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La decisione di S&P è una nuova tegola su TIM e non aiuta il ceo del gruppo Luigi Gubitosi, già messo sotto pressione dal principale azionista Vivendi. In particolare, riguardo alla rete, l’agenzia di rating segnala che «AccessCo potrebbe migliorare gli investimenti in fibra di Telecom Italia e rafforzare la sua posizione competitiva. Tuttavia, la scarsa visibilità sulla probabilità e sulla struttura di una transazione ci porta a escluderla dalla nostra analisi di rating».