Le richieste avanzate dalla FIGC, con il costante sostegno della Lega Serie A, al Governo, su cui gli uffici federali avevano lavorato per mesi, sono state escluse dal decreto fiscale approvato ieri in Consiglio dei ministri.
Lo riporta La Gazzetta dello Sport, spiegando che in Federcalcio si respira forte preoccupazione e delusione alla luce dei tanti sforzi fatti finora. Si parla di una grande occasione persa, ma la partita non sarebbe ancora chiusa. L’obiettivo è portare avanti le riforme che consentano al calcio di ripartire nel segno della sostenibilità e ora è indispensabile essere aiutati.
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Gravina e la Lega Serie A dovranno però aspettare ancora. La sorpresa è stata enorme nel non vedere accolta neanche una delle sette richieste che in estate, con una lettera a Draghi e ai suoi ministri, Gravina aveva portato avanti anche in nome dei club del massimo campionato. Provvedimenti che non prevedevano ristori, ma si era deciso di puntare su manovre fiscali che allo Stato non sarebbero costate nulla
A cominciare dalla sospensione e rateizzazione dei versamenti fiscali e contributivi. Il provvedimento sarebbe stato valido non fino al 2024, ma da luglio a dicembre di quest’ anno per quanto riguarda i versamenti Inps e da marzo a dicembre per l’Irpef. Con questa necessaria modifica, si sperava che almeno su questo fronte la proposta potesse essere accolta.
L’impressione – sottolinea il quotidiano – resta quella che il governo sia dubbioso sull’aiuto, seppure indiretto, al calcio, nonostante la grande dimensione sociale ed economica dell’industria del pallone. Senza dimenticare il ritorno in termini fiscali di cui grazie al pallone gode tutto il Paese.
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«Riconoscere alle società sportive sospensione e rateizzazione dei versamenti è fondamentale per non aggravare una situazione già molto complicata, e mi riferisco in particolare modo alle società della Serie C. Si tratta di un provvedimento ampiamente discusso e condiviso con il Sottosegretario Vezzali. Le scadenze, che pendono come spade di Damocle, mi preoccupano molto, non ci sono più finanze disponibili», ha commentato il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli.
«Da parte nostra, continueremo a lavorare perché il provvedimento possa essere recuperato in sede di conversione del decreto, per questo c’è bisogno del più ampio sostegno parlamentare», ha concluso.