Dai preparatori a un family office: 40 persone dietro “l'azienda” Vinicius

Preparatori atletici, esperti di marketing, uno chef personale e un family office. Sono solo alcune delle figure che operano per conto della VJR, società che ha l’obiettivo di gestire tutto…

Vinicius staff Real Madrid

Preparatori atletici, esperti di marketing, uno chef personale e un family office. Sono solo alcune delle figure che operano per conto della VJR, società che ha l’obiettivo di gestire tutto quello che ruota attorno alla giovane stella brasiliana del Real Madrid Vinicius Junior.

A svelare i retroscena della vita privata e della carriera del calciatore è il sito brasiliano Globo Esporte, che ha spiegato come nell’azienda lavorino 12 persone con contratto esclusivo, e altre 27 persone che forniscono servizi non in esclusiva.

Nella squadra privata di Vinicius – spiega il portale – c’è di tutto, da un fisioterapista a uno chef francese. La struttura prevede un “family office” (per la gestione del patrimonio familiare), un’agenzia incaricata di gestire la sua carriera e il suo brand in Europa e l’assistenza legale e logistica di TFM, società che accompagna il giocatore dall’inizio.

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Le trattative con gli sponsor personali sono tra gli argomenti che fanno parte della routine dello staff di Vinicius, anche se la pandemia ha portato a tagli ai budget di marketing e pubblicità in tutto il mondo. Le proposte che arrivano vengono analizzate da diversi punti di vista: tutela dell’immagine del giocatore, offerta economica e possibilità di creare un vero legame tra atleta e brand, tra gli altri.

L’idea alla base della strategia è quella di associare Vinicius a brand i cui prodotti vengono effettivamente utilizzati o approvati dal giocatore. «Non è facile, spesso si è tentati di fare qualcosa solo per i soldi. Dato che ormai c’è una grande squadra che lo conosce bene, siamo in grado di mettere tutti i punti in prospettiva sul tavolo e di discutere per prendere le decisioni migliori», ha raccontato Frederico Pena, ceo di TFM.

Anche il Real Madrid è coinvolto in queste operazioni, considerando che il club spagnolo riceve una percentuale su tutti i contratti personali da parte di Vinicius. Globo Esporte ha rilevato che il valore di questi introiti, nel suo caso, si aggira intorno al 5%.

La strategia è stata ideata da Florentino Perez al tempo del Real dei Galacticos. L’idea è che l’immagine di un giocatore valga di più giocando nel Real, e che il club abbia quindi diritto a ricevere indietro una parte di quel valore aggiunto.

La cosa ha ovviamente un risvolto positivo, dato che i creativi e gli strategist delle Merengues consigliano a Vinicius quali offerte di sponsorizzazione o partnership accettare, in modo che la sua immagine sui media e sui social sia coerente e, ovviamente, remunerativa.

Alcune possibili fonti di guadagno vengono inoltre trascurate, sia per evitare di “bruciare” l’immagine del giocatore, sia perché non rientrano nella sua routine. È il caso, ad esempio, del canale YouTube, che tra settembre e ottobre 2019 ha raggiunto il milione di iscritti. Ma il ritmo è notevolmente rallentato dall’inizio della pandemia, non da ultimo a causa delle restrizioni causa Covid.

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Tornando invece alle figure che lavorano direttamente per il brasiliano uno chef francese offre piatti equilibrati già pronti. Su un altro campo, il fisioterapista Thiago Lobo si occupa di riabilitazione e prevenzione degli infortuni dopo ogni partita con il Real Madrid.

Vinicius ha anche un manager responsabile della gestione dei propri dipendenti, un consulente finanziario, il supporto di una società incaricata di gestire la sua carriera in Europa, un team di consulenza legale, un addetto alla comunicazione e due uomini d’affari che si occupano delle trattative.

Infine, da non trascurare l’impegno di Vinicius nel sociale: il calciatore ha investito due milioni di dollari per fondare il Vinicius Junior Institute, focalizzato sull’educazione delle ragazze e dei ragazzi più bisognosi di Rio de Janeiro attraverso lo studio e delle attrezzature tecnologiche di cui, purtroppo, le scuole brasiliane non sono fornite.