Il presidente dell’Atalanta, Antonio Percassi, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, alla vigilia della finale di Coppa Italia che opporrà i bergamaschi alla Juventus. I nerazzurri proveranno a riconquistare il trofeo dopo il successo nella stagione 1962/63.
«Un trofeo è un premio soprattutto per i tifosi, tanto più dopo un anno in cui è stato impossibile soddisfarli anche con la loro completa presenza: poterlo alzare ha un valore simbolico, soprattutto per una squadra “provinciale” come siamo noi. Ma già il tornare in finale dopo due anni, e contro la Juve, ha un significato preciso: vuol dire che stiamo lavorando bene», ha raccontato Percassi.
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A sfidare la Dea porprio la Juventus di Agnelli, del quale si ricorda l’ormai nota frase sull’Atalanta e la Champions League: «Lì per lì ci rimasi male, ma telefonò subito a me e a Luca (il figlio, ad dell’Atalanta) e ci spiegò di essere stato frainteso: per me l’argomento è chiuso già da quel chiarimento».
Poi, una battuta sul tema Superlega: «Per quanto ci riguarda era un’assurdità. La reazione di tutti è stata chiara: idea da archiviare, guardiamo al futuro». E ancora, sulla Juve: «Io non la vedo come occasione per avvicinarci a loro, ma come segnale di un miglioramento della nostra società, anno dopo anno, nei confronti di tutto il sistema. Grazie a risultati importanti».
Percassi sottolinea che non si sarebbe aspettato una Juve in difficoltà: «Sinceramente no. Ma non sta a me giudicare: torneranno ai loro livelli presto. La Juve è fortissima, ha grande esperienza ed è abituata a giocare partite decisive».
A proposito dei tifosi: «E’ ciò che manca di più al mondo del calcio, tutto. Non si vede l’ora di ritrovare i tifosi nello spazio che gli compete, sperando sia solo il primo passo verso un ritorno totale, e veloce. E noi non vediamo l’ora di condividere qualcosa con loro allo stadio e non davanti alla tv: solo così il calcio ha un altro sapore».
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Nonostante i risultati, lo sguardo è volto al futuro: «Cercheremo di potenziare la squadra, anche se visto il livello e il rendimento di quelle che chiamiamo riserve dovremmo chiedere di giocare in diciotto, non in undici. E comunque, per risponderle, sì: stiamo pensando come e dove cercare di migliorare ancora».
In chiusura, Percassi parla di Gasperini e del futuro assieme: «Con il mister abbiamo fatto cose straordinarie, da parte nostra non c’è nessun dubbio di programmare e proseguire ancora insieme. Lui ha sempre dimostrato gratitudine nei confronti della società: non per caso, abbiamo un contratto a lungo termine che sono sicuro verrà rispettato. Anzi, magari glielo allunghiamo ancora di più».