«La nuova formula della Coppa Italia? L’ho letta ieri sull’agenzia. Mi era stato detto una settimana fa: dobbiamo parlare di Coppa Italia, ho risposto parliamone, e poi l’ho letta ieri. Il calcio è in un periodo di riforme e non si può procedere a strappi, bisogna ragionare a sistema, questo è il primo problema».
Queste le parole del presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli, all’Adnkronos a proposito del nuovo format della coppa nazionale, che a partire dalla prossima stagione escluderà i club di Serie C e Serie D.
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«Seconda questione, c’è un diritto pregresso: le società di Serie C si erano organizzate per partecipare e abbiamo interpellato dei legali per studiare la materia. E’ la stessa logica della Superlega, se si vuole proseguire su un sistema del genere che ha già fallito…», ha aggiunto ancora Ghirelli.
«Si può riformare la Coppa Italia, facendo come Davide e Golia, se c’è Cesena-Juventus, in gara unica, io la guardo perché c’è pubblico e c’è una favola che forse si potrebbe aprire. Ci sono state le ultime esperienze dell’Alessandria e del Pordenone, con stadi pieni. Lo dico senza fare polemica ma sento silenzi che non mi piacciono», ha aggiunto ancora il presidente della Lega Pro.
In chiusura, Ghirelli si pone una domanda: «La Serie B veramente rimarrà nei prossimi anni rispetto a questo progetto? Lo dico come elemento di riflessione. In un progetto di questo genere la mia personale opinione, spero di sbagliarmi, è che le squadre di Serie B non serviranno».
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Sul tema sono arrivate anche le considerazioni di Cosimo Sibilia, presidente della Lega Nazionale Dilettanti: «Dopo giorni passati ad ascoltare discorsi per una maggiore considerazione del calcio di base, ecco arrivare l’esclusione dei club di Serie D dalla prossima Coppa Italia. È la perdita di una prospettiva: in altri paesi i dilettanti giocano contro le big, persino sul proprio campo».