Florentino: «Ceferin non può insultare Agnelli»

Dopo l’uragano della giornata di ieri, il principale artefice del progetto Superlega, Florentino Perez, ha parlato ai microfoni della trasmissione “El Chiringuito”, condotta da Josep Pedrerol. Il presidente del Real…

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Dopo l’uragano della giornata di ieri, il principale artefice del progetto Superlega, Florentino Perez, ha parlato ai microfoni della trasmissione “El Chiringuito”, condotta da Josep Pedrerol. Il presidente del Real Madrid, nonché a capo del nuovo torneo, si è difeso dalle varie accuse, spiegando le ragioni che hanno portato i vari club a creare questa competizione.

Nel corso dell’intervista, Perez ha parlato anche di Aleksander Ceferin, in particolare del modo in cui il presidente UEFA si è rivolto ad Andrea Agnelli, reo secondo lo sloveno di non essere stato onesto e trasparente con lui nel processo che ha portato alla realizzazione della nuova competizione.

Parlando dei rapporti con la federazione europea, il presidente dei Blancos ha dichiarato: «Quello che non possono fare è insultare, come ha fatto il presidente UEFA a un nostro collega. È un brutto modo di rivolgersi ad Agnelli, è impresentabile. Non direi queste cose a nessuno in pubblico. Questo deve cambiare. La UEFA deve essere diversa, non vogliamo un presidente che insulti il ​​presidente di un grande club. Cambiamo tutti in meglio. Dichiarazioni come queste non sono previste nell’Europa democratica. Per il bene della società e del calcio».

Ma gli scudi di Florentino contro la UEFA non si abbassano qui. Sempre nella giornata di ieri erano circolate voci riguardo possibili ripercussioni per club e giocatori che parteciperanno al nuovo campionato. La posizione del presidente è chiara: «Non espelleranno il Real Madrid dalla Champions League, sono assolutamente al sicuro. Nemmeno il City».

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Più precisamente, Perez ha parlato di «minacce di chi confonde un monopolio con la proprietà. Non bisogna minacciare, ma dialogare. Abbiamo offerto un format che secondo noi salva il calcio, come credevano quando fu creata la Coppa dei Campioni. […] Il calcio è sull’orlo del fallimento. Non i grandi club, tutti. Se non ci sono soldi in quelli grandi, non comprano giocatori agli altri. È una piramide».