Non si sono fatte attendere reazioni anche da parte del mondo del calcio italiano dopo l’annuncio ufficiale della nascita della tanto discussa Superlega europea. A tal proposito – scrive La Repubblica – il consiglio di Lega di Serie A convocato d’urgenza è stato una “partita di poker”.
Il presidente Paolo Dal Pino e l’amministratore delegato Luigi De Siervo hanno messo sul piatto per l’approvazione il documento congiunto con la UEFA, che dichiarava l’opposizione delle Federazioni alla nascita della nuova competizione.
Paolo Scaroni, presidente del Milan, ha manifestato la propria contrarietà in quanto «parte in causa». Lasciando capire che il Milan, come Juve e Inter, era nel gruppo dei ribelli. Non ha votato l’ad nerazzurro Giuseppe Marotta, che essendo in Consiglio federale, in quello di Lega non può esprimere preferenze.
Tre società si sono invece dichiarate subito favorevoli all’allontanamento da ogni competizione dei club vip della Superlega: Atalanta, Verona (che solo pochi giorni fa chiedevano la testa di Dal Pino al fianco di Juve e Inter) e Cagliari. Tuttavia, il club veneto ha in seguito smentito.
Chi chiede l’esclusione delle big si pone però anche la domanda di quanto varrebbe la Serie A senza le tre grandi. E ancora se i giocatori accetterebbero di saltare un Mondiale o un Europeo, ed eventualmente chi arbitrerà le partite di una Superlega.
Il tutto dopo che negli ultimi mesi la Serie A ha ceduto a Dazn i diritti tv per il triennio fino al 2024 e attende di assegnare ancora tre partite a giornata in co-esclusiva. E dopo che i club hanno a lungo portato avanti una trattativa per la creazione di una media company partecipata dai fondi di investimento: in cambio del 10% del capitale della nuova società, i partner finanziari avrebbero dato ai club 1,7 miliardi in sei anni.