Il presidente e patron del Parma Kyle Krause, intervenuto durante il Business of Football Summit 2021 del Financial Times, ha toccati vari riguardanti il suo interesse per il calcio, la Serie A e il ruolo che i fondi potrebbero ricoprire nella sua crescita.
Sul suo investimento nel Parma, Krause ha parlato di “sogno diventato realtà”, ma che comunque bisogna guardare anche al lato del business e non del puro hobby: “Ho una grande passione per l’Italia e per il calcio, ma dobbiamo portarlo avanti dal momento che può generare profitti”.
Da qui comincia il discorso sul tema dei fondi di investimento in Serie A: “Dal mio punto di vista, l’investimento dei fondi è una conferma della validità del mio investimento, ma non ho investito nel calcio solo per il loro interessamento nella Serie A, è stata una conferma non una spinta. Vent’anni fa era il miglior campionato del mondo, può tornarlo ora? I fondi vedono l’opportunità fuori dal campo per posizionare molto meglio la Serie A a livello mondiale”.
Per quanto riguarda i diritti tv, le offerte sul piatto mostrano la “potenza nazionale” della Serie A, ma la crescita “deve essere a livello internazionale. Il mercato domestico è fantastico, ma credo che l’opportunità dei fondi sia quella di permettere la crescita internazionale, altrimenti creare un team interno alla Serie A per farlo. Indipendentemente da come farlo, che è il tema su cui i presidenti stanno ancora discutendo, l’obiettivo deve essere lo stesso”.
Ha aggiunto: “Avere i fondi porterebbe expertise, sarebbe una mossa più rapida rispetto a creare un team interno. Credo che l’accelerazione sull’ingresso dei fondi Cvc sarebbe importante. Va bene i fondi private equity, ma bisogna essere aperti su cosa decidere di fare. Stiamo valutando cosa sia meglio per noi e per la Serie A. Dobbiamo guardare a livello generale, è più importante far crescere la Serie A. La situazione molto dinamica”.
Infine, qualche cenno anche sul controverso tema della Superlega: “Già oggi la Champions è una Superlega. Ma se intendiamo Superlega chiusa, sarebbe un male per il calcio europeo. Creare un ecosistema separato sarebbe positivo per pochi club ma non per i tifosi a livello mondiale”.