Duro attacco di Richard Masters al progetto della Superlega. L’amministratore delegato della Premier League, intervenuto al Business of Football Summit 2021 del Financial Times, ha fortemente criticato il piano di uno stanziamento di 6 miliardi di dollari per creare la controversa lega, soprattutto in una situazione in cui lo sport fatica a fare i conti con gli effetti della pandemia.
Masters ha affermato che il piano spalleggiato da Barcellona e Real Madrid sarebbe “distruttivo per i valori del calcio domestico in Europa. Uno dei motivi per cui la Premier League è così competitiva è la lotta che ogni anno si ripetere per la qualificazione ai tornei europei, mentre qualsiasi proposta di una Superlega di cui abbia letto o sentito parlare non ha un accesso dai campionati locali”.
Anche altre figure al vertice del calcio europeo hanno attaccato il piano, come ad esempio Christian Seifert, amministratore delegato della Bundesliga. “La cruda verità è che alcuni di questi cosiddetti super club sono macchine brucia-soldi e mal gestite che non sono state in grado di raggiungere un modello di business sostenibile, in una decade di crescita incredibile” ha dichiarato.
Sia Masters e Seifert hanno affermato che sarebbero più inclini a supportare piani alternativi di riforma della già esistente Champions League, trasformandola in un torneo esteso con più incontri tra top team. Tuttavia, Masters ha messo in guardia sulla disponibilità del calcio inglese di rivedere ulteriormente il calendario, già di suo “totalmente intasato. Penso che per il prossimo futuro, la Premier League è una competizione per 20 club”.
Vi è poi la questione dei diritti televisivi. A breve, la Premier League annuncerà l’asta per il triennio 2022-2025. I diritti sono al momento divisi tra Sky, BT Sport e Amazon, per un valore totale di 5 miliardi di sterline, più di qualsiasi altra lega domestica.
Tuttavia, la pandemia non ha risparmiato nemmeno questo settore. Simon Green, presidente di BT Sports, si aspetta una “deflazione nel mercato dei media calcistici. In passato vi è stato un grande entusiasmo da parte delle organizzazioni per associare il loro nome alle grandi leghe, ma non penso che la situazione si ripeterà ora”.
Masters ha comunque sottolineato come gli accordi che la Premier League ha raggiunto all’estero, come quello con la Nenet in Scandinavia e con beIN Sport in Medio Oriente, presentano valori simili se non più elevati di quelli pre-pandemia. “Accetto che siamo in un ambiente difficile”, ha detto. “Non accetto che le cose si siano stabilizzate o che stiamo guardando una curva verso il basso”.