La Football Association corre in difesa dei suoi giocatori e dei suoi arbitri. Con un comunicato congiunto dai toni durissimi, rivolto personalmente a Jack Dorsey e Mark Zuckerberg, la federazione inglese ha chiesto esplicitamente maggiori controlli sull’utilizzo dei social, in particolare sugli insulti che gli utenti indirizzano nei confronti dei calciatori. Al comunicato hanno partecipato anche la Premier League, la EFL, la lega femminile, la PFA (l’associazione calciatori), PGMOL (l’associazione arbitri) e l’organizzazione antirazzista Kick It Out.
In seguito ad un crescendo di insulti e offese nelle ultime settimane, rivolti sia ai giocatori che agli arbitri, il comunicato chiede che “per ragioni di decenza umana” le piattaforme social intervengano per porvi fine. “Il linguaggio usato è svilente, spesso minaccioso, illegale. Causa angoscia ai destinatari e alla grande maggioranza delle persone che aborrono il razzismo, il sessismo e la discriminazione di qualsiasi tipo”.
La FA non risparmia accuse nei confronti dei due CEO:
“Abbiamo avuto molti incontri con i vostri dirigenti nel corso degli anni, ma la realtà è che le vostre piattaforme rimangono luoghi sicuri per gli abusi. La vostra inazione ha creato la convinzione nei perpetratori di rimanere impuniti. Il flusso incessante di messaggi razzisti e discriminatori si alimenta da solo: più è tollerato da Twitter, Facebook e Instagram, piattaforme con miliardi di utenti, più diventa un comportamento normale e accettato”.
Nello specifico, la lega inglese chiede:
- che i messaggi e i post vengano filtrati e bloccati prima di essere inviati o pubblicati se contengono materiale razzista o discriminatorio;
- che si adottino misure robuste, trasparenti e rapide per eliminare il materiale abusivo se viene messo in circolazione;
- che tutti gli utenti siano soggetti a un processo di verifica che (solo se richiesto dalle forze dell’ordine) permetta un’accurata identificazione della persona dietro l’account;
- che vengano prese misure per impedire a un utente che ha inviato abusi in precedenza di registrare nuovamente un account;
- che i social network assistano attivamente e tempestivamente le autorità investigative nell’identificare i creatori di materiale illegale discriminatorio.