Il piano per il ritorno allo stadio: 1.000 tifosi in primavera

Quando riaprono gli stadi – Si attendono dati più incoraggianti, ma la linea da seguire per il ritorno negli stadi dei tifosi è stata tracciata. Lo scrive la Gazzetta dello…

Quando riaprono gli stadi

Quando riaprono gli stadi – Si attendono dati più incoraggianti, ma la linea da seguire per il ritorno negli stadi dei tifosi è stata tracciata. Lo scrive la Gazzetta dello Sport, che ha raccontato il confronto tra i mondi di basket e calcio, da un lato, e il Comitato Tecnico-Scientifico, dall’altro.

Innanzitutto, bisognerà prima verificare che non ci siano stati effetti negativi delle riaperture di questi giorni con quasi tutta l’Italia tornata in zona gialla e la ripresa al 50% della didattica in presenza nelle scuole superiori.

Se la curva non dovesse incattivirsi ci sarebbero tutte le indicazioni per avvicinare il momento della riapertura anche per il pubblico negli eventi sportivi. Un segnale non da poco perché l’argomento era stato considerato in questi mesi un tabù vista la gravità dell’emergenza.

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L’incontro si è svolto ad alti livelli, con i dirigenti calcistici e cestistici che hanno potuto confrontarsi con Agostino Miozzo, il coordinatore del Cts. Seppur con tutte le cautele del caso, una possibilità sarebbe quella di ricominciare proprio da quota 1.000 all’inizio della primavera.

Naturalmente con il progetto di crescere sfruttando anche l’avanzare della campagna di vaccinazione. E qui si potrebbe ricominciare con una riapertura mirata e destinata a tutti gli operatori sanitari. Un segnale di riconoscenza verso la prima linea della lotta all’emergenza.

Quando riaprono gli stadi? Il tema Europei

Un capitolo a parte è stato poi destinato agli Europei. L’obiettivo dell’Italia è fare da padrona di casa con una buona percentuale di pubblico allo stadio Olimpico di Roma, che ospiterà quattro partite (le tre sfide della Nazionale di Roberto Mancini contro la Turchia, Svizzera e Galles, oltre a un quarto di finale).

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La UEFA ha fissato un’asticella massima al 50% della capienza dei vari stadi scelti per ospitare le gare. Ma l’obiettivo italiano è molto più prudente: si punta infatti a una quota del 30%. Non soltanto limitata, o quantomeno su questo non c’è stato un no immediato, ai residenti.