La pandemia regala un anno d’ oro ai giganti dell’ hi-tech e trasforma Microsoft, Apple, Alphabet (cui fa capo Google), Amazon e Facebook, se messe insieme, nella terza potenza economica mondiale dopo Stati Uniti e Cina. La corsa dei titoli delle cinque star di Wall Street ha spinto il loro valore in Borsa a 7,8 trilioni di dollari, quasi il doppio del Pil del Giappone e cinque volte quello italiano.
E’ quanto scrive oggi La Repubblica spiegando anche che “i profitti complessivi dell cinque società nell’ultimo trimestre 2020 (quando hanno guadagnato in media 834 milioni al giorno) sono decollati del 43%. I ricavi 2020 hanno polverizzato quota mille miliardi, pari a qualcosa come 2,8 miliardi di incassi ogni 24 ore”.
La Borsa, prosegue il quotidiano romano controllato da Gedi, “ha seguito in fotocopia il boom dei business. Apple (+82% da inizio 2020) capitalizza 2,2 miliardi, più o meno come il Pil della Francia. Amazon (+81%) viaggia ai suoi massimi storici.
L’ unico numero che stenta a decollare è quello delle tasse pagate dai colossi hi-tech. L’ ottimo lavoro di ottimizzazione (le malelingue dicono evasione) fiscale fatto dai loro uffici tributari ha consentito di limitare al 14% l’ aliquota fiscale pagata sugli utili complessivi.
Va detto che però che l’ Ocse ha allo studio un progetto per tassare i colossi hi-tech nei Paesi dove formano il loro reddito e non in quelli dove le imposte sono più basse. Washington, sotto la guida di Donald Trump, si è messa di traverso ma l’ arrivo di Biden potrebbe far girare ora il vento.
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