I club che hanno preso i prestiti garantiti dallo Stato

In un momento di difficoltà come quello che stanno vivendo attualmente i club, lo strumento dei prestiti garantiti dallo Stato attraverso la Sace sembrava potesse essere…

Sale a 30 mila euro il tetto per i prestiti garantiti al 100%

In un momento di difficoltà come quello che stanno vivendo attualmente i club, lo strumento dei prestiti garantiti dallo Stato attraverso la Sace sembrava potesse essere una delle misure che le società di Serie A più tirati sul fronte della liquidità potevano sfruttare per dare ossigeno alle proprie casse svuotate dall’emergenza Covid-19. Uno strumento utilizzato dalle società anche dall’estero, come in Premier League, ma che in realtà in Italia è stato sfruttato solo da pochi club.

In Inghilterra, dove il Governo ha introdotto dei prestiti simili a quelli concessi nel nostro paese, Arsenal e Tottenham sono state tra i club che ne hanno approfittato: i Gunners hanno ricevuto 120 milioni di sterline, gli Spurs addirittura 175 milioni di sterline, due finanziamenti entrambi garantiti dalla Banca d’Inghilterra.

“Il prestito, che non verrà utilizzato per le acquisizioni dei giocatori, è stato predisposto per garantire flessibilità finanziaria e capitale circolante aggiuntivo in questi tempi difficili”, ha voluto spiegare Daniel Levy, presidente del Tottenham, in un comunicato.

Tipologie di prestito che sembravano poter essere sfruttare anche dalle società italiane, ma così non è stato. Secondo quanto appreso da Calcio e Finanza da fonti finanziarie, infatti, solo tre squadre hanno ricevuto un prestito con garanzie statali:

  • Genoa (finanziamento da 10 milioni);
  • Sampdoria (finanziamento da circa 20 milioni);
  • Udinese;
  • Torino (finanziamento da 15 milioni);
  • Roma (finanziamento da 6 milioni).

Perché così pochi club hanno sfruttato questa opzione? Secondo quanto spiegato da alcune fonti finanziarie a Calcio e Finanza, poiché non tutta la cifra del finanziamento sarebbe stata garantita da Sace, le banche, che si sarebbero comunque dovute assumere una parte consistente del rischio, chiedevano condizioni particolarmente rigide, ma soprattutto una due diligence particolarmente accurata. Fattore quest’ultimo che avrebbe così scoraggiato diverse società dall’avviare l’operazione per chiedere i finanziamenti garantiti dallo Stato.

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