City finto lavoro – Il Manchester City è stato accusato di aver creato un finto posto di lavoro nel club per il padre dell’ex giovane promessa dell’academy Gabriel Fernando Almeida, con l’obiettivo di aggirare le regole della Premier League e versare migliaia di sterline alla famiglia del giocatore.
Essendo entrato a far parte del City a 14 anni nel 2011 – spiega The Athletic in un resoconto dettagliato –, Almeida era troppo giovane per siglare un contratto da professionista con i Citizens e – in quanto talento in erba all’epoca – sarebbe stato libero di trattare con le altre squadre al compimento del 16° anno di età.
Le regole della Premier League per quella stagione, in riferimento ai calciatori minori di 16 anni, stabilivano che «nessun club può indurre o tentare di indurre un calciatore a tesserarsi per il club offrendo a lui, o a qualsiasi persona a lui collegata, direttamente o indirettamente, un vantaggio o il pagamento di qualsiasi commissione sia in contanti che in altro modo».
In sostanza, qualsiasi cifra versata alla famiglia di un calciatore minore di 16 anni per influenzare una decisione sulla carriera dello stesso è una violazione della legge, anche se in passato i club hanno assunto familiari di giovani promesse al fine di aggirare tali regole.
Il caso del papà di Almeida è tuttavia diverso, poiché il brasiliano afferma di non aver mai effettivamente lavorato per il club nonostante abbia ricevuto pagamenti mensili di circa 1.000 sterline tra settembre 2011 e giugno 2012.
L’uomo ha ammesso di aver partecipato a due sessioni di formazione di scouting separate al City, ma ha aggiunto che quelle sessioni erano esclusivamente in inglese, una lingua che non capisce. Parlando con The Athletic, in portoghese, Almeida ha detto: «La verità è che mi hanno pagato ma non ho lavorato. In verità, ci hanno ingannato perché non parlo inglese. Mi hanno fatto fare un corso di scouting. Sono andato in aula in due occasioni, per presentarmi al corso. Era un corso interno del Manchester City».
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Il City ha negato le accuse, con un portavoce del club che ha affermato: «I riferimenti limitati esistenti data la natura del lavoro e il significativo lasso di tempo trascorso pari a quasi un decennio, suggeriscono che il signor Almeida (padre ndr) fosse uno scout temporaneo per il periodo di Gabriel all’interno, lavoro per il quale gli sono state rimborsate le spese».
Almeida ha però insistito: «Non ho fatto niente. Era una bugia. Non sono andato a fare niente. Loro lo sanno. Loro sanno tutto. Non c’è modo che il club non lo sappia». Non è chiaro se la Premier League indagherà sulla questione e quale sia la sanzione in caso di illecito. Tuttavia, casi simili in passato hanno comportato multe e limitazioni sul mercato.