Caso Decreto Crescita, lettera di Gravina al governo

Caso Decreto Crescita lettera Gravina – La Federcalcio ha scritto ai Ministri dell’Economia, Roberto Gualtieri, e a quello per le Politiche Giovanili e lo Sport, Vincenzo Spadafora, per manifestare “notevoli…

Gabriele Gravina

Caso Decreto Crescita lettera Gravina – La Federcalcio ha scritto ai Ministri dell’Economia, Roberto Gualtieri, e a quello per le Politiche Giovanili e lo Sport, Vincenzo Spadafora, per manifestare “notevoli preoccupazioni” relativamente alla circolare dell’Agenzia delle Entrate che ha bloccato, in attesa di un Dpcm, l’applicazione delle agevolazioni fiscali legate agli atleti professionisti che rientrano nel cosiddetto “regime degli impatriati”.

Come spiega la Gazzetta dello Sport, i vertici del Fisco, dopo aver consultato il Ministero dell’Economia e delle Finanze, hanno chiarito che per i nuovi calciatori stranieri e gli italiani rientrati nel nostro Paese dopo almeno due anni di assenza non sono applicabili i benefici del Decreto Crescita, vale a dire un risparmio del 50% sulla tassazione degli stipendi.

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Nella lettera, riportata dall’ANSA, la Figc ritiene “opportuno quanto necessario” evidenziare che “l’Agenzia delle Entrate ha adottato la circolare con la quale ha previsto che agli sportivi professionisti non può essere riconosciuto il regime agevolato previsto nell’articolo 16-comma 5-quater in esame finché non sarà adottato il Dpcm di cui al successivo comma-5 quinquies del medesimo articolo 16”.

“Nel manifestare notevoli preoccupazioni circa quanto asserito dalla Agenzia delle Entrate con la circolare ‘de qua’ la quale crea , tra l’altro, non pochi problemi interpretativi anche con riferimento all’ambito dell’applicazione del beneficio, si chiede di avviare, quanto prima, ogni iniziativa al fine dell’adozione del Dpcm da porre in essere ‘su proposta dell’autorità di Governo delegata per lo sport e di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze’, strumento utile, anche, a capire ogni aspetto applicativo di quanto già disposto dalla legge”. 

Dopo l’iniziale nervosismo, dovuto anche alle difficoltà economiche causate dal Covid, il clima pare comunque sereno. La vicenda pare nata per questioni burocratiche e non ci sono ostacoli politici per risolvere la questione. Il problema è come intervenire e i tecnici sono già al lavoro per trovare una soluzione operativa.

Quest’incertezza sul tema rischia di avere degli effetti anche sul calciomercato, soprattutto in sede di rinnovi. Un esempio: Zlatan Ibrahimovic in estate ha stipulato un contratto annuale con il Milan con uno stipendio da 7 milioni di euro netti proprio grazie a questo vantaggio fiscale: al Milan quella cifra, al lordo, costa “solo” 9,17 milioni, invece di 12,25 milioni. E ora a quanto rinnoverà? Dipenderà anche da quale sarà la soluzione alla vicenda.