Roma stadio Flaminio – La famiglia Friedkin continua a lavorare al nuovo stadio della Roma. Il presidente Dan e il figlio Ryan sono al vaglio delle opzioni dopo la brusca frenata legata al progetto Tor di Valle.
I proprietari della società giallorossa non hanno completamente messo alla porta il progetto avviato dal predecessore Pallotta, ma la pista si è fortemente raffreddata. L’ostacolo principale sono i costi dell’operazione che richiederebbe 1 miliardo di euro per l’acquisto dei terreni di proprietà dell’Eurnova di Luca Parnasi, costruttore arrestato per corruzione.
Roma stadio Flaminio – Il “no” di Renzo Piano
Le alternative sul tavolo sono al momento tre. E la più caldeggiata dai Friedkin è la ristrutturazione del Flaminio. Il progetto sarebbe quello di aumentarne la capienza a 45.000 posti a sedere, per un costo complessivo dell’opera di circa 350 milioni. Circa un terzo rispetto allo sforzo previsto per Tor di Valle.
Dan e Ryan Friedkin avrebbero voluto affidare il progetto e la sua realizzazione all’archistar Renzo Piano. Come riporta il Corriere dello Sport, il più famoso progettista italiano ha però declinato l’invito. Troppi progetti e lavori in atto hanno fatto sapere nella giornata di ieri dall’ufficio comunicazione dello studio di Piano. Un no che non ha però scalfito il presidente del club capitolino, il quale non abbandona l’idea di recuperare lo stadio di proprietà del Comune.
Roma stadio Flaminio – Le alternative Tor Vergata e Fiumicino
Le alternative sono quelle riconducibili ai Caltagirone. Da una parte Tor Vergata, area in cui la Regione vuole portare la metro A e per la quale il governo ha appena stanziato 25 milioni. Per quest’opzione spingono:
- Rothschild, banca d’affari che si è proposta come intermediaria per il trasloco dello stadio, tramite i suoi vertici italiani: l’amministratore delegato Alessandro Daffina e il vicepresidente Paolo Scaroni, presidente del Milan. Una mossa a sorpresa visto il ruolo della banca d’affari come advisor di Vitek nell’operazione Tor di Valle.
- Vitek, l’imprenditore ceco si era proposto come socio nell’acquisizione della Roma, ma i Friedkin hanno declinato l’offerta. Ora l’immobiliarista, che per l’area di Tor di Valle ha già firmato un preliminare di acquisto, rischia di ritrovarsi con un pessimo affare tra le mani se il pressing dei suoi advisor fallirà.
Sull’altro lato c’è Fiumicino. La Roma di Pallotta l’aveva sondata come piano B a fronte degli anni di ritardo accumulati per il progetto Tor di Valle.