Nuovo decreto ristori – Con il quarto decreto ristori è in arrivo un rinvio generalizzato delle scadenze fiscali per tutti i settori in perdita. «Stiamo pensando di estendere questa misura non solo ai settori oggetto delle misure restrittive» e non soltanto i codici Ateco, ha spiegato il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri.
Come riporta MF-Milano Finanza, il decreto sarà varato non appena ci sarà il via libera delle Camere e andrà ad aggiungersi ai tre già varati a sostegno delle imprese danneggiate da Covid, l’ultimo dei quali da 2 miliardi.
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Nuovo decreto ristori – Italia Viva chiede slittamento per aziende con fatturato ridotto del 33%
Gualtieri ha poi aperto al confronto tecnico sull’emendamento anti-fallimenti da presentare in manovra, i cui contenuti sono stati anticipati da MF-Milano Finanza e prevedono di poter portare ad ammortamento, solo per la chiusura del bilancio 2020, i costi fissi. «Siamo pronti a confrontarci con le forze politiche che in Parlamento vorranno avere un approccio costruttivo», ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
E con le altre forze politiche si discuterà anche del tema delle scadenze tributarie. Un tema, quello legato alla volontà di alleggerire il carico per una platea quanto più ampia di aziende, caro anche ad Italia Viva che chiede di applicare lo slittamento alle aziende che hanno perso il 33% del fatturato durante la crisi, senza alzare l’asticella oltre il 50%.
Nuovo decreto ristori – Le previsioni macroeconomiche
Nessun cambiamento invece sulle previsioni macroeconomiche. Per il momento Gualtieri ha confermato il quadro indicato dalla Nadef pur ammettendo i rischi al ribasso dettati dagli sviluppi della pandemia negli ultimi mesi. Al ministero dell’Economia c’è ottimismo sulla capacità di ripresa del sistema produttivo italiano una volta allentate le restrizioni per la pandemia. Una convinzione dettata anche dai dati del terzo trimestre, per il quale le stime preliminari dell’Istat indicano un aumento del 16,1%.
«A causa della probabile contrazione del pil nel quarto trimestre il 2021 potrà risentire di un effetto trascinamento più negativo – ha detto Gualtieri. – Tuttavia il risultato annuo dipenderà dalla tempistica e dall’ entità del rimbalzo dell’ attività economica una volta riportata sotto controllo la seconda ondata dell’epidemia».
Di parere opposto è Confindustria che paventa un rinvio della ripresa al 2022. Centrare l’ obiettivo del 5% indicato dalla Nadef per il prossimo anno, ha spiegato la direttrice generale, Francesca Mariotti, vorrebbe dire ottenere «forti variazioni positive» nel secondo trimestre, giudicate però «difficilmente realizzabili».