Ralf Rangnick torna a parlare e lo dalle colonne del quotidiano spagnolo El Pais, con un’intervista in cui il tecnico e direttore sportivo tedesco ha toccato molti temi. Da come si struttura un progetto, a come si sta evolvendo il gioco del calcio.
A cominciare da esempi virtuosi, come quelli di Lipsia e Atalanta, due squadre che stanno avendo successo giocando con la difesa a tre: «C’è la tendenza a tornare alla difesa a tre. Ma questo non ha niente a che fare con il vecchio lavoro del libero».
«Adesso è un sistema difensivo a zona orientato alla pressione della palla, non dell’uomo. La formazione che impieghi, 3-4-3, 3-5-2. 4-2-2-2, è solo il volante. Puoi fare alta pressione e giocare in attacco con qualsiasi formazione», ha aggiunto.
«Per me devi adattarti al tipo di giocatori che hai. Se ho cinque difensori centrali di prim’ordine nella mia squadra, perché devo giocare con due? Ha più senso mettere Upamecano, Konaté e Klostermann; oppure a Upamecano, Halstenberg e Klostermann, e averne due in panchina», ha spiegato Rangnick.
Il tedesco ha parlato anche del suo arrivo sfumato al Milan in estate e delle voci che lo vogliono nel mirino della nuova Roma del Gruppo Friedkin. «Non sono in trattativa con la Roma. Non posso immaginarmi in questo club in questo periodo. I miei ultimi 14 anni di carriera, fra Hoffenheim e Lipsia, hanno dimostrato che sono nel mio miglior momento», ha raccontato Rangnick parlando al quotidiano.
«E pure – ha aggiunto ancora il tedesco – che ottengo migliori risultati quando posso essere, oltre che un semplice allenatore, anche uno che sviluppa i club. La mia intenzione è quella di lavorare in un club tradizionale, che sia in Germania o in Inghilterra. E mi vedo alla guida di un club ambizioso, che possa lottare per vincere titoli fin da subito».