Scontro sulle palestre, Speranza chiede norme più stringenti

Palestre Speranza – E’ scontro su palestre e piscine. Il premier Conte ha spostato di una settimana la possibile chiusura di palestre e piscine. Il ministro della Salute Roberto Speranza…

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Palestre Speranza – E’ scontro su palestre e piscine. Il premier Conte ha spostato di una settimana la possibile chiusura di palestre e piscine. Il ministro della Salute Roberto Speranza chiede un protocollo più stringente e il rispetto delle norme, altrimenti si chiude. La discussione sulla possibilità di chiudere ha portato ad una spaccatura anche all’interno del Comitato tecnico scientifico

I gestori degli impianti non l’hanno presa affatto bene e la loro risposta non si è fatta attendere. Hanno inondato i social del ministero dello Sport di video che testimoniano il rigore con il quale nei centri sportivi si osservano le linee guide imposte per la riapertura: il distanziamento di un metro negli spazi comuni e di due metri mentre si fa attività; gli accessi contingentati con postazioni predefinite e prenotazione dei corsi; la sanificazione degli attrezzi prima e dopo l’uso; il divieto di lasciare abiti o borse negli spazi comuni fuori da sacchetti igienici; la misurazione della temperatura all’ingresso.

Quello che però i gestori non sanno è che quel protocollo, redatto dal ministero dello Sport, non è mai stato validato dal Comitato tecnico scientifico. Anzi, il 18 maggio il Cts lo aveva rispedito indietro con alcune osservazioni (distanziamento troppo ridotto in spazi chiusi con impianti di aerazione quasi sempre inadeguati) cui non è mai stato dato alcun seguito.

I gestori ora si chiedono e aspettano di sapere a quali altre regole dovrebbero adeguarsi per evitare la chiusura minacciata. «Insieme ai rappresentanti del settore studieremo ulteriori misure di sicurezza per una maggiore tranquillità di tutti e per scongiurare possibili chiusure» ha dichiarato il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora.

Che succederà dunque da qui ai prossimi giorni? Dal ministero potrebbe partire una raffica di controlli, finora mai effettuati. I primi a chiederli sono proprio i titolari di centri fitness e piscine che vogliono dimostrare il rispetto delle norme imposte, ma di un protocollo mai approvato dal Cts.

«Da quando le palestre sono state riaperte abbiamo fatto un monitoraggio su oltre mille impianti e l’insorgenza dei casi Covid è pari a 1 positivo su mille – dice Giampaolo Duregon, presidente dell’associazione nazionale Fitness e SportSi sanzioni chi non rispetta le regole, non si vada a chiudere un intero settore che conta 100.000 centri con un milione di lavoratori e 20 milioni di italiani che li frequentano».