Il 21 dicembre 2020 saranno passati dieci anni dalla scomparsa di Enzo Bearzot, il CT azzurro che nel 1982 vinse il Mondiale in Spagna, sconfiggendo in finale la Germania: 3-1 con reti di Rossi, Tardelli e Altobelli, e rete tedesca di Breitner.
Fu il trionfo di un gruppo, che ancora oggi rimane tale. E’ proprio in questa direzione che va la proposta firmata da tutti i campioni del mondo del 1982 di dedicare a Bearzot l’Ambrogino d’Oro, prestigioso riconoscimento assegnato ogni anno a Milano, in occasione della festa di Sant’Ambrogio, il 7 dicembre.
Indirizzata al Presidente del Consiglio Comunale di Milano, dottor Lamberto Bertolé, la lettera degli azzurri – riportata dalla Gazzetta dello Sport – incomincia così: «Noi campioni del mondo del 1982 a 10 anni dalla scomparsa di Enzo Bearzot, principale artefice di quel trionfo, proponiamo che gli venga assegnato alla memoria l’Ambrogino d’oro, un riconoscimento importante e simbolico ma semplice come lui».
«Il nostro “Vecio” – prosegue la lettera – è stato profondamente legato a Milano, dove ha esordito in Serie A con la maglia dell’Inter, dove ha vissuto per oltre 50 anni e dove risiedono i suoi figli, i suoi nipoti e i suoi pronipoti. In un periodo difficile per il Paese, Bearzot grazie a quel successo restituì entusiasmo a tutti gli italiani e ripensando alla sua tenacia adesso ci auguriamo di ritrovare la stessa fiducia nel futuro».
«Anche per questo – prosegue e conclude la lettera – l’Ambrogino d’Oro sarebbe un meritato riconoscimento per il suo esempio di autentico milanese d’adozione». Seguono le firme di Altobelli, Antognoni, Baresi, Bergomi, Bordon, Cabrini, Causio, Collovati, Conti, Dossena, Galli, Gentile, Graziani, Marini, Massaro, Oriali, Rossi, Selvaggi, Tardelli, Vierchowod, Zoff e Mariella Scirea, moglie di Gaetano.
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A questo punto si attende la decisione dell’ufficio di Presidenza del Consiglio Comunale, che si radunerà nei prossimi giorni per stabilire a chi assegnare le varie onorificenze per l’anno in corso e nel caso dei defunti, come l’ultima volta per Giorgio Squinzi, alla memoria.