Oggi allo stadio Olimpico Grande Torino, il presidente Urbano Cairo ha presentato il nuovo allenatore dei granata Marco Giampaolo.
“Oggi è una giornata importante per noi, già nel 2007 volevo Giampaolo e ripiegammo su un altro allenatore. Poi lo cercai di nuovo, ma finalmente siamo riusciti ad ingaggiarlo ora. Ha grandi qualità e competenze, è un maestro di calcio, sa sviluppare il talento dei giocatori, il Toro ha bisogno di un valore aggiunto. E’ stata una scelta facile, anche Vagnati è sempre stato molto convinto e ha sempre apprezzato il mister. Siamo riusciti a trovare un’intesa rapidamente, poi si è dovuto liberare con il Milan. Era una cosa da fare ad incastri e velocemente, avevamo poco tempo”.
“Giampaolo avrà tutto quello che gli serve, lo abbiamo preso per un lungo ciclo. E non è vero che dobbiamo prendere sei giocatori: leggo del portiere, ma noi abbiamo Sirigu e lo teniamo stretto. In attacco abbiamo Belotti, Zaza e Iago e un attaccante non ci serve. In difesa? Li abbiamo già i centrali. E poi abbiamo rinnovato Ansaldi, preso Rodriguez, c’è Singo che ha grandi prospettive, c’è Aina che per Giampaolo ha grandissime qualità. Ci serve un play, una mezzala e magari un esterno destro, ci manca il 15 per cento della rosa perché dobbiamo prenderne soltanto tre. Anche in mediana siamo messi bene, con Baselli che sta recuperando e Meité che è qui con noi”.
Non mancano i ringraziamenti a Longo, che ha condotto il Torino a una complicata salvezza: “Ringrazio Longo che ha fatto un finale di campionato positivo – dice il numero uno del Toro -: l’obiettivo minimo era la salvezza, per come eravamo a un certo punto era complicato. Ha dato tutto e ha dato l’anima, gli ho sempre fatto grandi complimenti. Non ero soddisfatto dopo Ferrara e mi vergognavo, ma intanto avevamo colto l’obiettivo matematicamente”.
Sulle problematiche di questa stagione l’idea del presidente Cairo sono chiare: un’annata iniziata fin da subito con il caso Nkoulou e l’eliminazione nei preliminari di Europa League: “Volevo tenere tutti un anno fa. Ma questa non è stata una buona idea. Bisogna cercare di andare incontro ai desideri dei calciatori, ad esempio Nkoulou aveva un’aspettativa di essere ceduto: arrivato da noi, io non trattai con lui e gli fu fatta una mezza promessa di fare un anno qui e poi essere ceduto. Avevamo fatto bene e io volevo tenere tutti con qualche innesto, anche Mazzarri voleva tenere tutti e questo mi ha fatto disattendere una mezza promessa fatta al suo agente. E questa non è stata una cosa buona, perché se si fanno promesse bisogna mantenerle.
“E’ stato un errore mio voler tenere Nkoulou, e anche in Europa contro i Wolves era giusto fargli giocare il ritorno, non bisognava crocifiggerlo. Con il senno del poi, farei le cose in modo diverso. C’è anche chi lo conosceva e ha fatto leva su di lui per portarlo via. Da queste cose si possono avere degli insegnamenti, come avere la lucidità di accontentare i giocatori. Nkoulou si è comportato benissimo, Nana è il suo agente e anche lui si è comportato bene, ma purtroppo la cosa aveva generato degli umori non positivi. E così ho capito che bisogna tenere soltanto giocatori e dirigenti motivati”.
Cairo è al 15esimo anno da presidente del club granata e sottolinea: “Ho ripensato al mio percorso di 15 anni, e quali sono le stagioni in cui sono veramente deluso? Sicuramente la retrocessione del 2009, poi il 2010 che non facemmo nemmeno i play-off, poi questa stagione perché avevamo altre aspettative. Ci sono tre stagioni negative su 15, poi tante altre belle cose. Nelle ultime due stagioni ho perso 12-13 milioni all’anno, e non è poco. Se per essere apprezzato devo tutti gli anni perdere 20-30 milioni, non me lo posso permettere. E non credo sia giusto farlo. In questi 15 anni mi darei un 7, se fossi Cochi e Renato direi 7+. E lo dico perché se in 15 anni ci sono tre stagioni negative, alcune molto buone e alcune positive”.
Sulle voci di una possibile cessione della società: “Non ho avuto nessun tipo di contatto. Mi chiedono di vendere il Toro: non so se i tifosi avessero apprezzato che io vendessi a Ciuccariello, o a Proto o a Tesoro. Sicuramente lascerò il Toro, non ci starò a vita, ma lo voglio fare a una persona più brava e non lo metto in mano al primo che capita o parla ai giornali”.
Chiosa finale sulla contestazione dei tifosi: “Oggi non ho visto moltitudine qui davanti, ma mi dispiace. So che in tanti però mi vogliono bene. E quando le cose non vanno, devi inventarti qualcosa di nuovo. Può capitare che le cose non vadano bene, anche da altre parti ci sono contestazioni in atto. Io sono qui per farle andare meglio. Ci sarà un’inclusione dei tifosi: io do direttive ai miei collaboratori. Ho la voglia di fare un passo indietro e delegare molto di più, il Torino può diventare inclusione. Amo coinvolgere i miei collaboratori così come i tifosi. Poi io accetto le contestazioni, anzi per me sono uno stimolo a fare meglio”.