E’ già raddoppiato l’impegno iniziale del fondo Elliott per sostenere i conti e la gestione del Milan. Lo riporta MF-Milano Finanza, spiegando che Singer continua a garantire i capitali necessari alla società, come si evince anche dall’ultimo incartamento inoltrato alla UEFA nelle scorse settimane.
Come noto, il club rossonero arriva da un anno finanziariamente nero: la perdita è stata di 145,9 milioni (20 milioni in più rispetto al rosso dell’anno precedente). E anche il 2020 rischia di chiudersi con un deficit importante, seppure non certo ai livelli dell’ultimo esercizio.
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Sulla base di queste premesse, Elliott sarebbe arrivato a raddoppiare l’esposizione: superata la soglia dei 600 milioni e sfiorata quella dei 650 milioni di impegno complessivo. Una cifra sempre più elevata che si avvicina di fatto a quanto riconosciuto nel 2017 da Yonghong Li a Fininvest: 740 milioni, compresi 200 milioni di debito (540 milioni fu il valore dell’equity).
L’impegno crescerà ancora, con l’ingaggio a 5 milioni netti all’anno del tedesco Ralf Rangnick al quale, secondo la stampa sportiva italiana, sarebbe stato garantito un budget importanteper la campagna acquisti: 120-160 milioni.
Per far crescere il fatturato, molto lontano dai top club europei, è infatti necessario tornare a giocare la UEFA Champions League e far crescere le plusvalenze. In questo contesto si inserisce la voce di una possibile cessione al gruppo LVMH, che tuttavia – nonostante le periodiche indiscrezioni – non trova conferme.
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E’ possibile immaginare che Elliott decida di non vendere il club rossonero, almeno fino a quando non ci sarà l’asset immobiliare che dovrebbe garantire ben altro appeal anche speculativo per la vendita. Il progetto per la realizzazione del nuovo stadio di Milan e Inter sarà molto importante in quest’ottica.
Solo nel corso del prossimo anno, una volta avuta la certezza assoluta che lo stadio si farà, Elliott potrebbe dunque decidere di avviare le pratiche per cercare un nuovo acquirente alla società.