Giorgio Ricci – Chief Revenue Officer della Juventus – ha rilasciato una lunga intervista a Tuttosport, durante la quale ha parlato della rivoluzione digital dei bianconeri, che in settimana hanno lanciato il nuovo sito internet e si preparano a rivedere anche le piattaforme di membership e ticketing.
Ricci spiega che l’obiettivo è «creare un ecosistema digitale, un ambiente nel quale i protagonisti trovano il loro ruolo e l’interazione fra di loro modifica l’ambiente stesso. In sostanza, tutto deve ruotare intorno al tifoso, che deve trovare facilmente quello che vuole, anche attraverso l’intelligenza artificiale che capisce i suoi gusti e le sue esigenze».
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In sostanza, «prima le operazioni di acquistare la maglietta, acquistare il biglietto per la partita, sottoscrivere l’abbonamento a J-TV o quello per la visita al museo e il tour dello stadio, avvenivano tutte separatamente. Ora, con un unico account, il tifoso può accedere facilmente a tutto».
Capitolo follower sui social, Ricci spiega che «vogliamo raggiungere i 100 milioni», un aspetto importante anche per gli sponsor, ma «solo in parte. C’è una piccola correlazione fra il prezzo pagato da uno sponsor e il numero di follower, ma le aziende chiedono il cosiddetto “engagement”, ovvero la capacità di coinvolgere i follower, di renderli attivi e interessati alle proposte del club».
In tutto ciò, il cosiddetto “effetto Ronaldo” è stato «importantissimo. Ci ha messo il turbo nel momento del suo arrivo, portandoci a un nuovo livello. Nel corso del secondo anno la crescita si è assestata e adesso continua in modo progressivo. CR7 non è stata una fiammata, ma un’accelerazione in un processo di crescita che continua».
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Secondo Ricci, ad oggi per i club un successo sportivo è importante tanto quanto la creazione di un contenuto forte, «intendo idee, filosofia, prese di posizione. Per fare un esempio pratico, non si può essere neutrali sui grandi temi, ma avere una posizione. Non si può ignorare, per dire, il problema del razzismo».
Chiusura sulla convivenza tra social e media tradizionali: «Credo nella complementarità dei due mondi. Da una parte le società che creano un certo tipo di contenuti, dall’altra i media tradizionali che fanno informazione».