Lunga intervista di Fabio Caressa a Libero. Il conduttore di Sky ha parlato della ripresa del calcio, ripartito con la Bundesliga. «Era importante anche per noi riprendere con il microfono», ha raccontato Caressa a proposito dell’attività da telecronista.
«Senza pubblico il fattore campo conta meno. Evidentemente l’assenza dei tifosi si sente. In tv, abbiamo provato in Germania l’esperimento dei rumori di fondo registrati e personalizzati partita per partita, squadra per squadra, con lo “Sky Virtual Audio”», ha spiegato.
«È un’opzione in più, in aggiunta all’audio originale. Ci stiamo preparando per riproporlo anche per la Serie A. Prima tutti nascondevano la bocca con la mano, ora devono state attenti ai microfoni. Noi avremo le voci del campo in cuffia e dovremo usarle bene. In cabina di commento abbiamo sempre tra noi la scatola di commento, basterà spostare le sedie per rispettare il distanziamento», ha aggiunto.
Per quanto riguarda il campo, Caressa spiega che «si nota un po’ meno durezza nei contrasti: come se ci fosse più rispetto per l’avversario. Non penso sia paura del contagio, altrimenti meglio stare a casa. Vale anche per noi: non si può mica fare la telecronaca con la mascherina».
Sulla possibilità che il campionato non riprendesse: «Era impossibile non ripartire. Il calcio è un comparto industriale e un elemento portante per la nostra immagine. Che danno sarebbe stato per il turismo far percepire un Paese ancora malato?».
Poi, una battuta su playoff, playout e algoritmo: «Non conosco le dinamiche della Lega. Per finire la stagione sarà necessario, magari dopo i recuperi, modificare la quarantena. Bisogna prendere atto che la situazione dell’Italia è cambiata rispetto a quando è stato elaborato il protocollo. Aprono cinema, teatri e discoteche… E questo penso sia il primo passo per riaprire gli stadi almeno in parte».