L'allarme di Al-Khelaifi: «Stipendi dei calciatori alti, aiutino i club o si rischia grosso»

“Calciatori? Spero che facciano uno sforzo per aiutare il loro club. Conoscono le loro responsabilità, questa crisi può portare un impatto notevole sulle casse del club. Non è un segreto…

Presentazione Neymar

“Calciatori? Spero che facciano uno sforzo per aiutare il loro club. Conoscono le loro responsabilità, questa crisi può portare un impatto notevole sulle casse del club. Non è un segreto che gli stipendi siano alti; alla fine della stagione rischiamo di subire perdite colossali. È importante terminare la stagione: da questa crisi c’è solo da imparare e dobbiamo riemergere più forti di prima, per il futuro del calcio francese. Dobbiamo essere uniti, senza egoismi. Non esistono grandi club”. Lo ha detto Nasser Al-Khelaifi, presidente del Paris Saint-Germain, lanciando l’allarme sugli stipendi dei calciatori.

“Dobbiamo imparare da questa crisi per uscire più forti tutti assieme per il futuro del calcio in Francia. Dobbiamo essere tutti uniti e non fermarci a comportamenti egoistici, ha aggiunto a Rmc Sport. “Trattative sui diritti tv? Non ho scelto di partecipare a questi negoziati (è anche presidente di BeIn Sports, che ha acquistato una parte dei diritti tv della Ligue 1, ndr). Se avessi pensato solo al mio interesse personale, avrei rifiutato, ma ho sempre pensato che l’interesse collettivo, quello del calcio francese, avrebbe dovuto prevalere sugli interessi personali e le battaglie dell’ego. Quindi, dopo averne discusso con gli altri presidenti di club e con Maxime Saada, presidente del consiglio di amministrazione di Canal+, ho deciso di partecipare questi negoziati”.

“Sappiamo tutti cosa è in gioco. Alla luce delle incertezze poste dall’attuale crisi, è in gioco la sopravvivenza di alcuni club Ligue1 e Ligue2. Se c’è un momento in cui dobbiamo lavorare tutti insieme è questo. Stagione? Ho sempre detto che dovevamo attenerci a un principio: finiamo le competizioni, vediamo con quale calendario a seconda delle decisioni della politica e dell’Uefa”, ha concluso.