Coronavirus e bilanci: stop all'obbligo di coprire le perdite

L’emergenza Coronavirus ha portato il governo a intervenire anche sulle norme del Codice Civile che impongono alle società di capitali di coprire le perdite, attraverso riduzioni e/o ricostituzioni del capitale…

Multiproprietà tifosi contrari

L’emergenza Coronavirus ha portato il governo a intervenire anche sulle norme del Codice Civile che impongono alle società di capitali di coprire le perdite, attraverso riduzioni e/o ricostituzioni del capitale sociale.

Congelati dunque le disposizioni degli articoli 2446 e 2447 (per le Spa) e 2482-bis e 2482-ter (per le Srl) del Codice Civile (che riportiamo in fondo all’articolo), ma solo se le perdite sono state maturate nel corso di esercizi sociali che chiudano in una data compresa entro il 31 dicembre 2020.

La disattivazione dell’obbligo di coprire le perdite rilevanti è motivata dal fatto che la crisi economica, provocata dallo stato di emergenza conseguente all’epidemia di Coronavirus, sta determinando il coinvolgimento anche di imprese che, prima dell’epidemia, si trovavano in condizioni economiche ottimali.

In altre parole, la crisi provoca una patologica perdita di capitale che non riflette le effettive capacità e potenzialità delle imprese coinvolte.

Pertanto, la sterilizzazione delle norme del Codice Civile (articoli 2446, 2447, 2482-bis e 2482-ter), mira a evitare che la perdita del capitale, dovuta alla crisi in atto, ponga gli amministratori di un numero elevatissimo di imprese nell’alternativa tra l’immediata messa in liquidazione delle società (in mancanza di apporti dei soci a copertura perdite) e il rischio di esporsi alla responsabilità per gestione non conservativa delle società da essi gestite (ai sensi dell’ articolo 2486 del Codice civile).

Il governo ha voluto dunque disattivare l’obbligo dell’adozione di misure che inevitabilmente produrrebbero l’abnorme risultato di provocare l’ interruzione della continuità aziendale di imprese che, senza la contingenza in corso, sarebbero pienamente performanti.

Introdotta anche una deroga sulla disciplina dei finanziamenti soci.

Con i provvedimenti presi dal governo per affrontare l’emergenza Coronavirus, i finanziamenti dei soci effettuati entro il 31 dicembre 2020 non saranno equiparabili ai conferimenti nel capitale sociale e, pertanto, non saranno posticipabili rispetto ai crediti vantata dai fornitori e da altri creditori chirografari della società.

Questa normativa viene dunque disapplicata in quanto la sua “filosofia” è quella di sanzionare indirettamente il fenomeno della cosiddetta sottocapitalizzazione.

Nell’attuale situazione di emergenza la perdurante applicazione di questa normativa costituirebbe un evidente disincentivo al coinvolgimento dei soci nella raccolta di risorse finanziarie utili alla continuazione aziendale.