Il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, ha parlato anche di Champions League nel suo intervento all’FT Business of Football Summit (CLICCA QUI PER SEGUIRE L’EVENTO IN STREAMING SU LIVE NOW).
«Quello che stiamo facendo è analizzare le dinamiche e capire cosa vogliono i consumatori, non domani, ma tra 10 o 15 anni, cosa potrebbe interessare e quale sia il comportamento della generazione Z», ha esordito il presidente bianconero a proposito del calcio del futuro.
«Secondariamente, stiamo discutendo della polarizzazione dei club e come offrire ad un maggior numero di società la possibilità di crescere e diventare grandi. Oggi ci sono posizioni dominanti, dei grandi mercati e delle grandi leghe. Le leghe minori hanno meno possibilità di lottare», ha detto Agnelli.
«Magari si può mantenere il proprio livello internazionale con una determinata posizione minima in classifica – ha aggiunto –, ci sono molti modi. Si può discutere sul fatto che solo perché sei in un grande paese devi avere accesso automatico alle competizioni. Ho grande rispetto per quello che sta facendo l’Atalanta, ma senza storia internazionale e con una grande prestazione sportiva ha avuto accesso diretto alla massima competizione europea per club. È giusto o no?»
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«Poi penso alla Roma – ha detto citando un esempio italiano –, che ha contribuito negli ultimi anni a mantenere il ranking dell’Italia, ha avuto una brutta stagione ed è fuori, con quello che ne consegue a livello economico. Bisogna anche proteggere gli investimenti e i costi».
«L’Atalanta quindi avrà meno possibilità di giocare ad alti livelli? Non ho la risposta, si tratta di mettere in campo un processo trasparente per questa decisione. Ci sono squadre che hanno fatto la semifinale di Champions League, che hanno vinto il campionato o la coppa e che partono dalle qualificazioni solo per il ranking del loro paese».
«Il punto – ha concluso a proposito di questo tema – è come bilanciare, quanto pesa il contributo al calcio europeo e quanto pesa la prestazione di un singolo anno. Non ho la risposta. Quello che va capito è come assicurare ai club sani e quelli che sono limitati dalla grandezza del loro mercato che possano lottare e non siano relegati a crescere i giocatori per le grandi società. Gli ottavi di Champions quest’anno ne sono la dimostrazione, anche la Coppa del Mondo 2018 è stata la dimostrazione del dominio dei paesi europei».