Sembrerebbe destinata a naufragare l’ipotesi di trasmettere il Derby d’Italia Juventus-Inter in chiaro. Lo scrive “La Gazzetta dello Sport”, a proposito della disponibilità di Sky a mandare in onda il match per tutti, a seguito della necessità di disputare la partita a porte chiuse per l’emergenza Coronavirus.
La trasmissione in chiaro, però, non sarebbe possibile, a meno che non si volesse derogare a una legge dello Stato. Sì, perché questo è quanto prevede la legge Melandri, il testo che disciplina la commercializzazione dei diritti televisivi del calcio. In chiaro, non è previsto, il diritto in chiaro non è mai andato a bando: questa la posizione della Lega di A, chiamata in causa dal ministro dello Sport Spadafora.
«Sono decisioni che deve prendere la Lega. Non entro in scelte autonome del mondo del calcio. Quello che abbiamo disposto è la necessità di salvaguardare la salute», aveva detto ieri Spadafora. E proprio con l’obiettivo di evitare visioni di gruppo, inevitabili per una partita “ad alta socialità” come questa, Sky aveva dato la propria disponibilità a trasmettere il posticipo di domenica sera anche in chiaro, suTv8.
«Vista l’eccezionalità del momento, se si creassero i presupposti di intesa con la Lega Calcio, saremmo disposti ad aprire una finestra in chiaro sul nostro canale gratuito», trapelava a metà mattinata da una riunione dei manager Sky.
A cascata anche la Rai si è proposta per la trasmissione delle gare a porte chiuse, e la stessa cpsa ha fatto successivamente Mediaset, che ha dato alla Lega la propria disponibilità a mandare in onda Juventus-Inter su Canale 5.
Tuttavia, la Lega, da sola, non ha il potere di derogare alla legge Melandri, che non prevede la trasmissione in chiaro delle partite di Serie A, né di preferire un operatore agli altri. Probabilmente sarebbe necessario un intervento legislativo, come invocava ieri il Codacons: «Il governo faccia un decreto ad hoc». Un decreto che molto probabilmente non arriverà.