Sciopero calcio femminile – Le calciatrici della Liga spagnola femminile hanno deciso di non scendere in campo e scioperare nelle 8 partite della nona giornata di campionato, in programma nel weekend appena trascorso. Si tratta del primo sciopero nel calcio femminile spagnolo, accompagnato dalla richiesta di un miglior trattamento salariale e alcuni diritti basilari.
Come riporta “La Gazzetta dello Sport”, fino ad ora nonostante lunghissime trattative, 13 mesi e 21 incontri tra le parti, le atlete non hanno ottenuto nulla. Nel mondo del calcio femminile spagnolo, in grande crescita, restano ancora enormi differenze salariali tra i grandi club come Atletico Madrid, Barcellona e Athletic Bilbao, e alcuni club decisamente più modesti.
Le giocatrici chiedono un minimo salariale pari a 16.000 euro lordi all’anno, circa 1000 euro al mese netti, e che sia loro riconosciuta una giornata lavorativa completa, o al massimo, per i mesi che mancano alla fine di questa stagione, del 75%.
Le calciatrici, infatti, sostengono di applicarsi nella professione al 100% della propria giornata lavorativa, ed effettivamente tra allenamenti, partite e viaggi non resta loro tempo per un altro impiego. I club, al contrario, non vogliono riconoscere un minimo salariale che giudicano eccessivamente alto e soprattutto la giornata lavorativa completa.
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Nei confronti delle colleghe, hanno mostrato solidarietà Antoine Griezmann e Andres Iniesta, che via social hanno manifestato la propria vicinanza. Difficile ipotizzare ora la fine dello sciopero, le parti sembrano ancora lontanissime. Una squadra che non si presenta a una partita di Liga di norma viene punita con 3 punti di penalizzazione e una multa tra i 3000 e i 12000 euro. Visto però che si tratta di uno sciopero, sarà un giudice a stabilire l’entità delle sanzioni.