«Prossima frontiera? Diventare protagonisti nello streaming». Josep Pont, docente universitario, membro del board del Barcellona e a capo dell’area commerciale del club blaugrana, spiega così, in un’intervista a La Stampa, i prossimi obiettivi per la società catalana nel futuro.
«Crediamo fortemente che il modo migliore per connettersi e generare coinvolgimento con il nostro pubblico sia quello di continuare a promuovere questi canali, interagendo con i fans e creando esperienze uniche. Il nostro progetto più ambizioso è il Barça Studios, appena lanciato: qui verranno centralizzati creazione, produzione e marketing di tutto il materiale audiovisivo (a partire dalla serie tv disponibile su Rakuten, ndr), spingendo poi sul miglioramento dei canali che già possediamo, con nuove funzionalità per la tv».
«Come? Con produzioni in Hd, con una copertura più ampia in Spagna e che permette di avere il canale a disposizione sulle principali piattaforme digitali. E disponibili sui canali web. Allo stesso tempo, stiamo ampliando la comunicazione con i nostri membri, con i progetti “Unified Members App”. La novità di spicco è la “Travel App” per soci e supporters che possono usare l’agenzia viaggi del club per le proprie trasferte».
«Quanto incidono i social media in termini economici? Abbiamo più di 340 milioni di supporters in tutto il mondo e siamo l’unica società sportiva ad avere più di un miliardo di interazioni digitali, da Instagram a Facebook e Twitter. E abbiamo anche più di 2,2 miliardi di views nei video riguardanti il Barça. Tutto questo genera un impatto positivo nel bilancio sia a livello B2B con i partners commerciali ma anche nel B2C, con progetti mirati al consumatore per generare ricavi».
«L’accordo per la linea di abbigliamento di Thom Browne è una nuova frontiera? Senza dubbio, uno degli aspetti che distingue un luxury brand è la costante ricerca di qualità ed eccellenza nei propri prodotti e servizi. Due obiettivi che ricerca sempre il Barça sia dentro sia fuori il campo. Valori trovati nel partner che, con il suo stile unico di concepire moda e design non poteva che incontrarsi con la nostra società», ha concluso Pont a La Stampa.