La Juventus è sempre più protagonista, in campo e fuori. Un appassionato su tre in Italia si dichiara infatti tifoso bianconero, secondo una ricerca StageUp/Ipsos.
Nel dettaglio, sono 8,7 milioni i tifosi della Juventus, dato che si rifesice al al target della popolazione italiana di età tra 14 e 64 anni. Numeri in crescita rispetto agli ultimi anni: nel 2010 infatti i supporter bianconeri erano il 23%, contro l’attuale 29%.
Sul podio trovano spazio anche Inter (3,9 milioni, 13%) e Milan (3,8 milioni, 12%), seguite da Napoli (2,7 milioni), Roma (1,8 milioni), Fiorentina (670mila) e Lazio (606mila). Chiudono la classifica Lecce (98mila), Brescia (91mila) e Sassuolo (72mila), quest’ultima con un bacino di utenza di oltre 100 volte inferiore rispetto alla Juventus.
Nella passata stagione, il Campionato 2018/19 è stato seguito da 30,3 milioni di 14-64enni, dato vicino del 2013/14 di 30,4 milioni e in crescita dell’1% rispetto allo scorso anno. L’aumento rispetto al 2017/18 è stato conseguito, nonostante un’incertezza di risultato ridimensionata, grazie al cosiddetto “Effetto Ronaldo”.
In generale, tuttavia, i tifosi diminuiscono e tendono a polarizzarsi intorno ai 5 club di maggiori dimensioni (Juventus, Milan, Inter, Roma, Napoli). Nel 2001/02 infatti il fenomeno tifo riguardava il 92% degli interessati e i 5 maggiori club detenevano il 79% dei fan. Oggi il tifo riguarda il 77% degli interessati e i fan dei 5 maggiori club raggiungono una quota dell’88%.
La Juventus, nonostante il passaggio da Allegri a Sarri, si conferma comunque la squadra più quotata per la vittoria del prossimo Campionato di Serie A secondo il 52% degli intervistati nei dati dell’Osservatorio Findomestic. Decisamente più lontana il Napoli (favorito per il tricolore solo per il 9,8%), mentre cresce l’Inter (15,8%) che è considerata anche come la probabile squadra rivelazione dell’anno (14,8%), seguita dall’Atalanta (10,3%).
Un dominio incontrastato bianconero, in sostanza. Sul blog L’insider, Antonio Cabrini traccia così l’identikit del tifoso juventino. A partire dal derby col Torino: “Juve-Toro vale una Champions, le sensazioni che provi prima e durante la gara sono equiparabili ad una vera finale”, le parole del terzino che ha vestito la maglia bianconera dal 1976 al 1989. Dalla grinta e voglia di vincere emerge “un assoluto senso di appartenenza alla maglia, una presenza costante anche nei momenti difficili della stagione di una squadra”.
Ma è meglio vincere, come dalla storica frase di Giampiero Boniperti (“vincere non è importante è l’unica cosa che conta”) o giocare bene? Cabrini non ha dubbi: “Per il tifoso juventino è fondamentale vincere! Le aspettative di questa stagione sono ancora una volta rivolte alla Champions. Sarri ha ben chiaro l’obiettivo, farà di tutto per cercare di conquistarla dopo gli ultimi tentativi falliti”.
C’è poi spazio anche per il tifoso dell’Italia. È un tifoso che come spiega Cabrini “è molto diverso. È un tifoso che segue apparentemente con meno passione l’andamento degli azzurri. Sembra essere più distaccato ma se si vince esplode di gioia allo stesso modo, anzi! Vedi 1982 e 2006…”, conclude Cabrini.
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