Cairo attacca Uefa e Agnelli: «Poca democrazia»

«C’è un serio problema politico e di democrazia. La maggioranza dei club europei è contraria a questa riforma in maniera inequivocabile». Urbano Cairo non usa giri di parole e mette nel…

Uefa Champions

«C’è un serio problema politico e di democrazia. La maggioranza dei club europei è contraria a questa riforma in maniera inequivocabile». Urbano Cairo non usa giri di parole e mette nel mirino Uefa ed Eca, compreso il presidente dell’associazione dei club Andrea Agnelli.

«Nel board dell’Eca, su 15 componenti, nove sono top club. E poi perché nel comitato Uefa che propone le riforme, su 18 membri, ben 13 sono espressione dell’Eca, e sette di loro dai top club. Non è difficile avere la maggioranza con questi numeri. C’è poca democrazia.
Come ha detto Tebas, la governance del calcio va cambiata», le parole di Cairo alla Gazzetta dello Sport.

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«La maggioranza dei club europei è contraria a questa riforma in maniera inequivocabile .Continuando così ci sarà una rivolta assoluta, una guerra civile del calcio. Se l’ottanta per cento non è d’accordo si rischia una spaccatura totale,  sarebbe una specie di colpo di stato di pochi club. Negli ultimi 26 anni di coppe, i 14 club più ricchi hanno ricavato 7 miliardi di euro. Secondo le proiezioni, 7 miliardi è la stessa cifra che prenderanno semplicemente nei prossimi 6 anni. Aumenteranno così gli squilibri, i forti si permetteranno sempre più acquisti e più top player. Il 15 per cento dei calciatori avrà stipendi super, agli altri resterà molto poco».

Poi Cairo attacca Agnelli: «Il suo è stato un intervento tremolante. Non ha detto niente,  parole dice una cosa e ne fa esattamente un altra. È molto grave, dovrebbe smentire tutte le voci, dicendo che non si gioca nel weekend, che nel futuro non conterà il ranking storico, e confermare invece che le prime quattro del campionato si qualificano sempre per la Champions League. Se passa l’idea del campionato al mercoledì, cosa faranno durante il fine settimana i tifosi delle squadre non qualificate nelle coppe? Il mercoledì la gente lavora. Qui rischiano i campionati. La Liga ha fatto uno studio: perderebbe oltre il 45 per cento dei ricavi. Cose di una iniquità incredibile».

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