Aia, primi passi verso il professionismo per gli arbitri italiani

Primi passi avanti per il riconoscimento degli arbitri italiani come professionisti. Si è svolta infatti ieri alla Camera dei Deputati un’audizione davanti alla Commissione Cultura, Scienze e Istruzione, con delega…

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Primi passi avanti per il riconoscimento degli arbitri italiani come professionisti. Si è svolta infatti ieri alla Camera dei Deputati un’audizione davanti alla Commissione Cultura, Scienze e Istruzione, con delega per lo sport, dei vertici delle componenti federali a cui ha partecipato l’Associazione Italiana Arbitri con il Presidente Marcello Nicchi.

Argomento dell’audizione il disegno di legge collegato alla manovra di finanza pubblica, riguardante: deleghe al Governo e altre disposizioni in materia di ordinamento sportivo, di professioni sportive nonché di semplificazione.

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Molto apprezzato l’intervento del Presidente Nicchi, che ha illustrato ai parlamentari presenti cos’è l’AIA, il suo funzionamento tecnico e associativo, i numeri che la caratterizzano. Quindi Nicchi ha formulato alcune proposte su temi di attualità connessi al provvedimento legislativo in esame.

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La proposta riguardante la richiesta di riconoscere l’attività arbitrale professionistica come rapporto di lavoro sportivo, ha ricevuto subito unanime consenso da parte dei componenti la Commissione parlamentare. “Un successo per l’AIA perché questa materia troverà soluzione nell’iniziativa legislativa”, ha detto Nicchi sottolineando il fatto che la parità tra la figura arbitrale e quella delle altre componenti calcistiche sarà recepita nel disegno di legge collegato alla manovra finanziaria e riguarda altre disposizione in materia di ordinamento sportivo, tra le quali c’è appunto il riconoscimento delle professioni sportive.

Inoltre Nicchi è intervenuto sull’annoso problema della violenza nel calcio e, in particolare, nei confronti degli arbitri: sono stati prospettati una costante applicazione del DASPO nei confronti degli autori di condotte violente ma soprattutto l’introduzione del reato penale di “violenza sportiva”.

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