Interpretazione della sentenza diritti tv Antitrust Infront Mediaset. Per capire chi siano i veri sconfitti e chi i vincitori, nella grande partita dei diritti tv, è sufficiente dare un’occhiata ai numeri. E osservare come la multa inflitta a Sky sia l’unica delle quattro deliberate ieri che l’Antitrust ha ritenuto di esprimere con una cifra tonda, pulita: Mediaset dovrà pagare 51.419.247,25 euro; Infront 9.049.646, 64; la Lega Calcio 1.944.070,17; Sky 4.000.000. Non è un caso, ovviamente. Anzi. Questa scelta ha un significato ben preciso di cui parla approfonditamente oggi La Repubblica in una analisi passo passo di come si è arrivati alla sentenza.
Mentre le cifre richieste a Mediaset, Lega e Infront sono il risultato di un calcolo preciso che ha tenuto conto del danno procurato in relazione al valore delle vendite, delle attenuanti, delle aggravanti e dei comportamenti tenuti dai singoli “imputati”; i quattro milioni richiesti a Sky sono una sorta di forfait, e hanno il senso di una «sanzione comportamentale».
Di fronte alla situazione in cui Infront e Mediaset avevano messo Sky – è il ragionamento l’Authority – i dirigenti della tv a pagamento avrebbero dovuto denunciare quanto stava accadendo, e invece «subirono» l’accordo.
«Nel corso del procedimento – scrivono i giudici – gli elementi acquisiti indicano che tale soggetto (Sky) ha partecipato all’intesa con un ruolo marginale, sostanzialmente difensivo». Mediaset, invece, «sin dall’apertura delle buste ha condiviso la soluzione di aggiudicazione di carattere spartitorio promossa dalla Lega e da Infront, ed è risultato di fatto il soggetto che maggiormente ha tratto vantaggio dall’intesa alla luce delle offerte presentate e della dubbia liceità delle offerte condizionate».
Ma ancor più di Mediaset, il vero sconfitto risulta essere l’asse Infront-Lega Calcio, soggetti ai quali non viene riconosciuta alcuna attenuante (a differenza di Mediaset alla quale viene fatto un 30% di sconto sulla pena). Ad Infront,che evidentemente secondo i giudici è stato il principale regista dell’operazione, viene aumentata la pena originale di un 50 per cento «a garanzia della proporzionalità e dell’effettiva deterrenza».
A motivazione di tanta durezza nei confronti dell’advisor della Lega Calcio, la sentenza Antitrust cita quella che sembra essere stata ritenuta la “pistola fumante” di tutto questo caso; una telefonata intercorsa tra Marco Bogarelli, il presidente di Infront, e l’amministratore delegato di Sky Andrea Zappia, la mattina prima dell’assegnazione, nel corso della quale Bogarelli avrebbe comunicato «come la Lega avrebbe proceduto nelle assegnazioni dei pacchetti». Nel corso della telefonata l’advisor della Lega avrebbe anticipato la disponibilità di Mediaset e della Lega di procedere alla spartizione.
La sentenza dell’Antitrust – cui le parti faranno appello al Tar, Mediaset in particolare si aspetta un dimezzamento della sanzione – riaccende la questione su altri due fronti.
Il primo è quello penale. A Milano c’è un’inchiesta in corso proprio su questi fatti e la decisione di ieri sembra rafforzare la tesi – fatta propria dai pm milanesi – che vuole Infront e Lega Calcio agire in tutta questa vicenda a tutela degli interessi di Mediaset (che non a caso sarebbe, secondo l’Antitrust, il soggetto avvantaggiato dal cartello).
Il secondo aspetto è invece politico. Il Governo è infatti molto preoccupato della situazione che si è venuta a creare in seguito alle storture collegate all’asta del 2014 (per il trienno (‘15-‘18), e non vuole che queste si ripetano per il prossimo triennio che andrà in aggiudicazione entro un anno.
Allo studio c’è dunque una sorta di exit strategy dalla crisi che dovrebbe ruotare attorno all’imminente «revisione della legge Melandri» che dovrebbe permettere alla Lega Calcio e al suo advisor – che sarà ancora Infront – di muoversi in un quadro più certo e di semplice interpretazione.
Infront dal canto suo si proporrà in maniera del tutto rinnovata sia nel brand sia nel management. Marco Bogarelli appare destinato a staccarsi dalle vicende italiane per occuparsi sempre di più di quelle europee, con particolare riferimento al suo vecchio pallino della “Superlega”. Per la sua poltrona, in pole position un “uomo di garanzia” l’ad di Rai Com, il renziano, Luigi De Siervo.