Il Lodo Mondadori pesa sui conti Fininvest. Nessun dividendo ai Berlusconi

Fininvest, la holding della famiglia Berlusconi, cui fa capo il controllo del Milan, ha chiuso il 2013 con una perdita netta a livello consolidato di 428,4 milioni…

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Fininvest, la holding della famiglia Berlusconi, cui fa capo il controllo del Milan, ha chiuso il 2013 con una perdita netta a livello consolidato di 428,4 milioni di euro. Lo si legge in una nota in cui si sottolinea “l’influenza molto negativa” sui risultati della condanna definitiva a risarcire Cir per il Lodo Mondadori.

Al netto degli oneri non ricorrenti – pari a 723,8 milioni, per 491,3 milioni riferibili al Lodo Mondadori e in parte a svalutazioni di asset e oneri di ristrutturazione – il risultato netto consolidato sarebbe stato positivo per 91,7 milioni. Lo scorso esercizio si era chiuso con un ‘rosso’ di 284,5 milioni. A quanto si apprende l’assemblea ha deciso di non distribuire dividendi. I ricavi consolidati del gruppo sono scesi a 4.716,2 milioni (-8,5% sul 2012) mentre il margine operativo lordo consolidato si è ridotto a 1.240,8 milioni (-1,6%). Il risultato operativo e’ in perdita per 485,9 milioni, in linea con il 2012, a causa dei 723,8 milioni di oneri non ricorrenti. Al netto dell’impatto delle poste straordinarie il risultato operativo e’ positivo per 237,9 milioni. Migliora la posizione finanziaria netta del gruppo: nei dodici mesi chiusi al 31 dicembre 2013 l’indebitamento e’ sceso da 1.881,3 a 1.535,7 milioni grazie “alla significativa generazione di cassa ordinaria” (il free cash flow e’ stato di 157 milioni).

A livello civilistico, la capogruppo Fininvest ha realizzato una perdita di 382,8 milioni, sostanzialmente raddoppiata rispetto ai 193,1 milioni del 2012, sempre a causa della sentenza del Lodo Mondadori e delle svalutazioni. Ad alleggerire il ‘rosso’ hanno contribuito i 234 milioni di plusvalenza realizzata sulla cessione de 5,61% di Mediolanum. Sui risultati di Fininvest, si legge nella nota, “ha pesato in modo significativo il perdurare a livello macroeconomico di una profonda crisi che ha inciso, in particolar modo, sui consumi e sul mercato della pubblicita’”. Il gruppo “si e’ quindi ulteriormente concentrato su linee strategiche ben definite” per fronteggiare la crisi: “da una parte investendo sulla qualita’ dell’offerta e sull’integrazione tra modelli di business tradizionali e nuove proposte editoriali; dall’altra operando in modo sempre piu’ incisivo sulla razionalizzazione dei processi produttivi, allo scopo di ridurre sensibilmente i costi e ottenere strutture piu’ efficienti”. La razionalizzazione “ha determinato oneri di ristrutturazione” con “un forte impatto sul conto economico” che, accanto alle svalutazioni e all’effetto del Lodo Mondadori, hanno determinato la perdita di un gruppo che conserva comunque un patrimonio netto di 4,76 miliardi a livello consolidato.