Quanto può incassare la Serie A con le offerte di Mediapro e IMG per i diritti tv nazionali e internazionali? Se lunedì 5 febbraio i presidenti dei 20 club di Serie A dovessero dare l’ok all’offerta di Mediapro, l’asta per i diritti tv 2018-2021, considerando anche la parte internazionale già assegnata a IMG, si potrebbe chiudere comunque con un incremento rispetto al ciclo 2015-2018.
Considerando i 371 milioni di euro a stagione con cui IMG si è assicurata i diritti audiovisivi internazionali e altri diritti accessori, se l’assemblea di Serie A dovesse accettare la proposta di Mediapro, che ha messo sul piatto un 950 milioni (oltre a un revenue sharing al 50% sui ricavi eccedenti la soglia di 1,100 miliardi), l’incasso complessivo a stagione per il prossimo triennio potrebbe dunque essere pari a 1,321 miliardi, con un aumento del 15% circa rispetto alla cifra di 1,152 miliardi a stagione del triennio 2015-2018.
Questo senza considerare l’eventuale quota di ricavi che Mediapro potrebbe girare ai club nel caso in cui la tv della Lega dovesse avere un giro d’affari superiore al miliardo e 100 milioni e in attesa che vengano assegnati i diritti per Coppa Italia e Supercoppa italiana, sia per l’Italia (nel triennio 2015-2018 finiti alla Rai per 22 milioni) sia per l’estero, oltre ai diritti radiofonici esclusivi e non esclusivi.
Il piano di Mediapro per la Serie A e per il calcio italiano
Sul mercato c’è chi vede in questo risultato (ancora tutto d’acquisire, s’intende) un segnale negativo, specie se paragonato ai 2,3 miliardi che la Liga spagnola intende incassare nel triennio 2018-2021 (1,3 miliardi dai diritti domestici e 1 miliardo da quelli esteri, l’obiettivo dichiarato lo scorso novembre da Javier Tebas), ma c’è anche ci vede il bicchiere mezzo pieno.
Non solo perché il risultato sarebbe in linea con quello della Bundesliga (1,4 miliardi circa a stagione di cui 240 milioni dai diritti esteri), un campionato che dispone di un mercato interno ben più ricco di quello italiano, ma anche alla luce delle difficoltà del mercato multimediale italiano.
Come sottolineato oggi da Milano Finanza, le dimensioni di questo mercato sono asfittiche: gli abbonamenti alle pay tv non superano la soglia dei 7 milioni, come dimostrano i dati storici degli abbonati di Sky e Mediaset Premium.
Non solo, il calcio in tv sta perdendo appeal: come abbiamo già avuto modo di evidenziare su Calcio e Finanza, al termine del girone d’andata del massimo campionato gli ascolti totali sono in calo del 2% soprattutto per la flessione (-9,27%) della tv a pagamento di Cologno Monzese, mentre Sky una piccola crescita (+ 3%) l’ha avuta.
Del resto un campionato a 20 squadre, con molti club non competitivi dal punto di vista dell’organico, rischia di allontanare la gente dal teleschermo.
Come dimostra la sfida d’esordio dell’Udinese contro il Chievo, solo 6.992 telespettatori, per uno share dello 0,04%, la metà dei tifosi che si sono presentati allo stadio (13 mila).
Di flop d’ascolti se ne possono trovare molti altri e riguardano più o meno le stesse squadre: Chievo, Hellas Verona, Sassuolo, Udinese, Benevento, Crotone e Spal. Tutti club inseriti guarda caso nel pacchetto D del bando di gara, quello relativi ai match delle 12 squadre cosiddette minori, tra le quali è finita pure la Roma.
Chi è Mediapro, il gruppo spagnolo che vuole i diritti tv della Serie A
Ma la proposta di Mediapro, nonostante questi dati d’ascolto, è relativa a tutte le partite del campionato.
«Come in Spagna si racconterà non la partita ma il campionato, con la stessa cura del prodotto in ogni stadio», ha fatto notare ieri l’ad di Infront Italy, Luigi De Siervo, spiegando che MediaPro produrrebbe gare e contenuti da offrire «con gli stessi telecronisti e conduttori su ogni piattaforma, a tutti gli operatori, da Tim a Vodafone a Netflix, da Sky a Mediaset».
Soddisfatto anche il commissario straordinario della Serie A, Carlo Tavecchio. «Da un’offerta di 760 milioni siamo arrivati a 950 e probabilmente supereremo 1 miliardo. Inoltre ci sono i 370 milioni dei diritti internazionali oltre alla Coppa Italia. Vuol dire che questo vituperato campionato non e’ poi messo cosi’ male».