In casa Rai si vive un periodo tutt’altro che tranquillo in seguito all’ufficializzazione dell’acquisizione dei Mondiali 2018 da parte di Mediaset. I dipendenti dell’emittente di Stato, infatti, ritengono inaccettabile la scelta dell’azienda, che non ha precedenti nella storia. il cdr di RaiSport ha così deciso di proclamare la prima delle tre giornate di sciopero per oggi 3 gennaio 2018, in concomitanza della diretta su Rai1 del derby Juventus-Torino valido per i quarti di finale di Coppa Italia. La gara andrà quindi in onda senza la telecronaca di Alberto Rimedio e Roberto Rambaudi, gli interventi da bordocampo di Stefano Mattei e lo studio con Simona Rolandi e Mario Sconcerti.
Lo stato di agitazione, già preannunciato nei giorni scorsi, è stato confermato da un comunicato Usigrai: «Oggi le giornaliste e i giornalisti di Rai Sport sono in sciopero. Ci scusiamo per il disagio. Ma è una protesta necessaria, per ribadire il diritto di voi cittadini che pagate il canone a poter assistere gratuitamente ai piu importanti eventi sportivi. Che, infatti, registrano sempre straordinari risultati di ascolto. La Rai invece non trasmetterà in diretta tv alcuni grandi appuntamenti, come i mondiali di calcio. È la prima volta che accade. Ed è a rischio anche la Formula1. Tutto a beneficio della concorrenza privata. L’azienda e il direttore di Rai Sport dunque fanno scelte di segno contrario, per di più spendendo soldi in costose collaborazioni e per acquistare prodotti da società esterne. Noi vogliamo una Rai Servizio Pubblico che trasmetta più sport, con sempre maggiore qualità. Riteniamo inaccettabile che ormai lo sport sia un privilegio dei pochi che possono permettersi un abbonamento alla pay tv. Vogliamo che – grazie alla Rai – lo sport sia di tutti e per tutti.»
Non è tardata ad arrivare la replica dell’azienda, che ritiene sbagliato il comportamento tenuto dai giornalisti: «E’ vero, lo Sport è di tutti, ma sconcertante è proprio l’atteggiamento dei giornalisti di Rai Sport a difesa delle proprie rendite di posizione ignorando che la Rai investe sul prodotto Sport oltre 200 milioni di Euro l’anno. Con l’eliminazione dell’Italia la Rai non poteva sostenere ulteriori e ingenti investimenti dettati da sole ragioni commerciali; non è un caso che altri servizi pubblici di importanti paesi europei, pur con le loro nazionali qualificate alla fase finale, non trasmetteranno le partite dei Mondiali di Russia. Sorprende infine che, invece di valorizzare gli eventi di cui Rai detiene i diritti come la Coppa Italia, i giornalisti di Rai Sport abbiano deciso di privare i telespettatori del loro autorevole commento.»