Lotta al match fixing, presentato sistema di segnalazione protetta

Prevenire il fenomeno del match-fixing, sviluppando un modello pubblico-privato integrato a livello europeo. È questo l’obiettivo del meeting internazionale svoltosi questa mattina a Roma presso la Sala Polifunzionale della Presidenza…

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Prevenire il fenomeno del match-fixing, sviluppando un modello pubblico-privato integrato a livello europeo. È questo l’obiettivo del meeting internazionale svoltosi questa mattina a Roma presso la Sala Polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in cui è stato presentato il progetto AMF (Anti Match-Fixing Formula), coordinato dall’Ufficio per lo Sport e cofinanziato dalla DG Home della Commissione Europea (Direzione Generale Affari interni), sui sistemi di segnalazione protetta, sulle politiche di contrasto al match-fixing e sull’infiltrazione del crimine organizzato nello sport.

Il progetto italiano si prefigge, partendo da una analisi qualitativa del fenomeno, la realizzazione di strumenti operativi per il coordinamento pubblico-privato e la sperimentazione di un sistema di segnalazione protetta anonima. Attualmente l’Italia è il Paese più avanzato nelle politiche di prevenzione in materia, ponendosi come modello di attuazione delle politiche di contrasto per l’Unione Europea .

Oltre all’analisi qualitativa e all’attivazione di un sistema innovativo di segnalazione protetta, i principali obiettivi realizzati dal progetto sono l’istituzione di una “Cooperation Romm” europea, l’avvio di una procedura di cooperazione integrata pubblico-privata e il rafforzamento della piattaforma nazionale esistente UISS (Unità Informativa Scommesse Sportive) e GISS (Gruppo Investigativo Scommesse Sportive).

Il Ministro per lo Sport, Luca Lotti, attraverso un messaggio, ha sottolineato quanto sia importante l’opera di prevenzione e contrasto: «Lo sport non ammette inganni. Se viene deviato da corruzione e organizzazioni criminali perde i suoi principi. Compito delle istituzioni è quello di intervenire e contrastare questi fenomeni».

Al meeting ha partecipato anche Damiano Tommasi, presidente dell’Associazione Italiana Calciatori, che in un lungo discorso ha ammesso: «La parola che mi viene in mente è coraggio. C’è un altro aspetto di cui è impopolare parlare, il conflitto di interesse con le bet company – ha ammesso il numero uno dell’Assocalciatori -. Lo sport deve sapere da che parte stare. Il panorama è molto variegato. Come associazione abbiamo fatto una scelta, rinunciando ad alcune collaborazioni per non ritrovarci con dei boomerang. Lo sport non può essere una scommessa. Scommessa sportiva è un ossimoro che fa parte del linguaggio comune ormai sdoganato».

L’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano da anni approfondisce le tematiche dei rapporti fra sport e società in chiave di funzionalità dello sport rispetto alla qualità sociale. Dal 2011 abbiamo iniziato a collaborare con Transparency e altri attori sociali che ci hanno fornito una fotografia della situazione attuale. Sapevamo che il Match-fixing è un problema rilevante ed abbiamo potuto constatare che il fenomeno è connotato da una emozionalità fortissima. Sul tema c’era una grande varietà di sguardi da parte di diversi attori e analisti , con saperi molto importanti, ma tutti affrontavano il problema dalla loro prospettiva e ciascuno agiva a suo modo e nel suo mondo. Da qui è partito il nostro progetto, con l’obiettivo di provare a capire cosa fare insieme e gli strumenti operativi pensati si presentano dunque come un punto di partenza e ripartenza.

L’AIC è in prima linea per combattere il fenomeno, come ha sottolineato il presidente Damiano Tommasi: “Sono tre i punti, contenuti nella convenzione di Macolin, sui quali come AIC stiamo spingendo molto: la limitazione o divieto della quotazione per gli eventi che coinvolgono i minori perché si mettono a rischio gli atleti; la limitazione o divieto di sponsorizzazione per limitare gli interessi economici, che crediamo sia una politica da adottare nel mondo dello sport a prescindere dalla convenzione; la confisca o il sequestro in caso di frode sportiva. Il match fixing mina lo sport e occorre mettere in atto azioni decise, partendo proprio dal senso di responsabilità di atleti e società sportive”.

Simone Farina, attualmente nello staff tecnico dell’Aston Villa, simbolo della lotta al calcio-scommesse, ha inviato un messaggio che è stato letto in conferenza: “Ritengo che dal 2011 ad oggi siano stati fatti dei grandi passi in avanti in termini di prevenzione rispetto al fenomeno del Match fixing. Cio’ non significa che questa piaga endemica sia stata debellata completamente (chiaramente faccio riferimento alla fotografia del mercato del calcio mondiale). In linea generale la situazione è migliorata ma è chiaro che esistono ancora situazioni molto critiche (soprattutto in alcune aree geografiche). Il lavoro svolto in questi anni con Interpol e, attualmente, con la Fifa mi ha portato a conoscere il fenomeno in modo più approfondito. Ho imparato per esempio che il Match fixing si diffonde solitamente attraverso organizzazioni criminali. È’ importante, pertanto, tenere molto alto il livello di attenzione e prevenzione. Solo partendo da una collaborazione continua tra i soggetti legali e istituzionali coinvolti si potrà arrivare a raggiungere risultati significativi di contrasto al fenomeno. Una ulteriore soluzione potrebbe essere la maggiore presenza dello sport nelle scuole. La diffusione di questi messaggi tra i giovani è centrale per ottenere risultati concreti nel futuro. Questi giovani infatti saranno, uomini e donne e/o atleti del futuro. Anche in Italia la Lega LNPB con cui collaboro, si sta muovendo, già da tempo, in questa direzione, puntando a fare formazione e prevenzione, soprattutto nei settori giovanili e delle prime squadre dei 22 club della Lega”.