Caso Infront-Brescia, i giudici: «Regolari i fondi per l'acquisto del club»

Secondo la Procura di Milano «il denaro utilizzato per l’aumento di capitale» del Brescia Calcio effettuato nel 2015, sarebbe stato «proveniente da fonti occulte», tanto che, sosteneva l’accusa, era ragionevole pensare che…

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Secondo la Procura di Milano «il denaro utilizzato per l’aumento di capitale» del Brescia Calcio effettuato nel 2015, sarebbe stato «proveniente da fonti occulte», tanto che, sosteneva l’accusa, era ragionevole pensare che tale denaro fosse «tratto da proventi di reato e rende configurabile il delitto di autoriciclaggio».

Il Tribunale del Riesame di Milano, che ieri si è pronunciato sul ricorso presentato dai pm contro la decisione del Gip di non procedere all’arresto dell’ex numero uno di Infront, Marco Bogarelli, e di altri due indagati, ha però smontato ogni accusa.

A partire da quella relativa al metodo di raccolta del milione e mezzo utilizzato il 25 febbraio 2015 per l’aumento di capitale di Brescia Holding, società capofila del Brescia Calcio.

«Sono stati utilizzati quattro contratti di mutuo con Marco Bogarelli che ha prestato 350 mila euro a Giuseppe Ciocchetti, 250 mila a Bruno Ghirardi e altrettanti a Aldo Ghirardi e 50 mila a Tommaso Maria Sagramola» stabilirono i pm milanesi.

Fondi leciti secondo il Riesame.«I fondi investiti sono risultati in concreto riconducibili a Bogarelli, a Ciocchetti, a Bruno Ghirardi, ad Aldo Ghirardi e a Tommaso Maria Sagramola senza che si possa affermare che gli stessi denari fossero provento dei delitti di turbata libertà degli incanti o di truffa aggravata ai danni della Lega calcio» si legge nell’ordinanza pubblicata ieri.

Bilancio ok. C’è di più, il tribunale del Riesame ha fatto sua un’osservazione del gip. «Nel bilancio del Brescia calcio non risulta fossero riportati fatti non rispondenti al vero in merito all’operazione di aumento di capitale sociale e neppure corrisponde al vero che contestualmente alla ricapitalizzazione il Brescia Calcio – come invece sostenuto dalla Procura – si sia reso debitore nei confronti di Infront per 8 milioni di euro».

Questo perché «risulta che sia stato il club a cedere a Infront così come la maggior parte delle squadre, diritti promo pubblicitari per corrispettivi da incassare dal settembre 2015 in poi».