Grazie a Ennio Doris – e a una misteriosa fiduciaria che ha un altro 0,9% – non c’è margine per pensare che Mediaset sia a rischio scalata da parte di Vivendi.
Nel frattempo, tuttavia la probabile uscita di Flavio Cattaneo da Telecom Italia è una brutta notizia per Cologno.
Del resto un anno fa quando i francesi hanno stracciato il contratto che li vincolava a comprare Premium, Cattaneo aveva studiato il modo con Timvision di entrare nel capitale di Premium per rilanciarla.
Ma Vivendi e Mediaset sono ai ferri corti e Cattaneo, che fino a due mesi fa negoziava con Pier Silvio se partecipare alle aste con il calcio, sarebbe vicino alla rottura con Telecom. Anche se qualcuno parla già di un suo possibile ingaggio ai piani alti di Cologno, dato che la prossima primavera scadrà in mandato del cda del Biscione.
Dopo l’assemblea del 28 giugno, tuttavia, è chiaro perchè lo scorso novembre, quando Vincent Bolloré annunciava di avere il 3% del Biscione e di esser pronto a salire ancora, fermandosi poi al 28,8%, il Cavaliere ribatteva: «Tanto c’è un gruppo di amici di Mediaset pronti a difendere l’italianità».
Ora, come scrive oggi La Repubblica, dalla lista delle presenze all’assemblea dello scorso 28 giugno, un’assise delicata in cui si approvava anche un buy back fino al 10% del capitale, Ennio Doris si è presentato con il 2,87%.
In totale: 34 milioni di azioni che alle quotazioni odierne vale 112 milioni di euro.
Senza Doris non ci sarebbe stato quel quorum del 10% necessario per il cosiddetto whitewash (voto bianco delle minoranze), che permetterebbe a Fininvest, dopo il buy back di Mediaset fino al 10% del capitale, di superare la quota del 50,1% del gruppo televisivo, senza lanciare un’Opa sul mercato.