Calciomercato e Fair Play Finanziario: Inter vincolata al pareggio anche nel 2017-18

Quanto può spendere l’Inter per il calciomercato? E’ questo il tema, dopo le operazioni in uscita realizzate dalla società nel corso del mese di giugno, propedeutiche al raggiungimento del pareggio di bilancio ai fini del Fair Play Finanziario.

Patrimonio Zhang Jindong
ANALISI
Il fondatore del gruppo Suning, Zhang Jindong, (Insidefoto.com)

Quanto può spendere l’Inter per il calciomercato 2017-2018? E’ la domanda che si stanno facendo un po’ tutti i tifosi nerazzurri che, dopo le operazioni in uscita realizzate dalla società nel corso del mese di giugno, propedeutiche al raggiungimento del pareggio di bilancio ai fini del Fair Play Finanziario, si aspettavano (e ancora si aspettano) un mercato in entrata di un certo rilievo.

Questa aspettativa è stata sostenuta da molte ricostruzioni di stampa, circolate nelle scorse settimane, secondo le quali, una volta raggiunto il pareggio di bilancio ai fini del Fair Play Finanziario nell’esercizio 2016-2017, la dirigenza dell’Inter avrebbe finalmente potuto dispiegare sul mercato la “potenza” finanziaria di Suning, da circa un anno azionista di maggioranza del club con il 68%.

Ciò che può aver tratto in inganno alcuni osservatori è il punto 3 del settlement agreement, in cui si sancisce l’impegno da parte dell’Inter a chiudere l’esercizio 2015-2016 con un disavanzo massimo (ai fini del fair play finanziario) di 30 milioni di euro e quello 2016-2017 con un disavanzo massimo pari a zero, senza fare esplicita menzione degli esercizi successivi.

In realtà, ad un’attenta lettura, emerge che il rispetto degli impegni contenuti nel settlement agreement per le stagioni 2015-2016 e 2016-2017 non autorizza il club a finanziarsi con un eccesso di deficit nelle stagioni seguenti.

Calciomercato Inter e Fair Play Finanziario, il settlement agreement

Il settlement agreement”, come si può leggere a pagina 3 del testo originale allegato, “riguarda le quattro stagioni sportive 2015/16, 2016/17, 2017/18 e 2018/19”.

L’obiettivo principale del settlement agreement è quello di garantire che il club diventi conforme alla regola del break-even come definita dal CLFFPR (Club Licensing and Financial Fair Play Regulations, ndr) al più tardi nel periodo di monitoraggio (monitoring period) 2018/19“.

Cioè il risultato aggregato (break even result, secondo la definizione ufficiale) per i periodi di reporting 2016, 2017 e 2018 deve essere un surplus o un disavanzo entro la deviazione accettabile in conformità all’articolo 63 del CLFFPR”.

Tale deviazione accettabile, come si vedrà più avanti, è pari ad un deficit aggregato di 30 milioni su un arco temporale di tre esercizi.

Calciomercato Inter e Fair Play Finanziario, il regolamento Uefa

Vediamo cosa dice allora l’articolo 63 del regolamento sul Fair Play Finanziario. Prima però è meglio chiarire alcuni termini del regolamento Uefa.

Break even result (articolo 60) – Il break even result è la differenza tra ricavi pertinenti (ai fini del FFP) e spese pertinenti (ai fini del FFP). Se questa differenza è positiva si parla di break even surplus, se invece è negativa di break even deficit;

Aggregate break even result (articolo 60) – E’ la somma dei break even result di ciascun periodo di monitoriaggio (monitoring period) considerato;

Monitoring period (articolo 59) – E’ il periodo di tempo in cui un club viene valutato ai fini del rispetto del requisito del break-even. Di regola si riferisce a tre esercizi (reporting period). Ad esempio, il periodo di monitoraggio relativo alla concessione delle licenze Uefa per la stagione 2018/19 copre gli esercizi che termineranno nel 2018 (periodo di riferimento T), 2017 (periodo di riferimento T-1) e 2016 (periodo di riferimento T-2);

Acceptable deviation (articolo 61) – E il massimo del disavanzo (break even deficit) aggregato consentito affinché un club sia considerato conforme al requisito del break even. La deviazione massima accettata è un break even deficit aggregato di 5 milioni su tre periodi di monitoraggio (T, T-1 e T-2) oppure un break even deficit aggregato di 30 milioni su tre periodi di monitoraggio (T, T-1 e T-2), a condizione che gli azionisti provvedano a ripianare il deficit attraverso aumento di capitale.

In base all’articolo 63 del regolamento, citato anche nel settlement agreement tra l’Inter e la Uefa, il requisito di break-even non è soddisfatto se un club ha un break even deficit aggregato superiore alla deviazione accettabile (acceptable deviation).

Sul punto l’Uefa ha voluto essere molto chiara, tanto da inserire nel testo dell’accordo con l’Inter un paragrafo in cui viene specificato che “tutti i termini utilizzati nel settlement agreement devono avere lo stesso significato definito nelle regole applicabili UEFA e in particolare nel CLFFPR (Club Licensing and Financial Fair Play Regulations.

“Per evitare ogni dubbio”, si legge a pagina 5 dell’accordo, “questo include per esempio il calcolo del Break-even”. Che come visto si calcola su un’orizzonte temporale di tre anni.

Calciomercato Inter e Fair Play Finanziario, vincoli anche nel 2017-2018

Tornando all’Inter, considerato che l’esercizio 2015-2016 si è chiuso ai fini del Fair Play Finanziario con il deficit di 30 milioni previsto dal settlement agreement, il solo raggiungimento del pareggio di bilancio (sempre ai fini del regolamento Uefa) nel 2016-2017 non è una condizione di per se sufficiente per rispettare i limiti previsti.

Per rimanere entro la soglia massima di un break even deficit aggregato di 30 milioni, il club nerazzurro dovrà pertanto chiudere in pareggio (ma solo ai fini del regolamento Uefa) anche l’esercizio 2017-2018.

Reporting period Season Break-even result
T 2017-2018 0
T-1 2016-2017 0
T-2 2015-2016 -30
Aggregate break-even result -30
Dati in milioni di euro

 

Calciomercato Inter e Fair Play Finanziario, focus su ricavi e plusvalenze

Anche per il 2017-2018 diventa dunque fondamentale per l’Inter puntare sulla crescita dei ricavi per avere maggiori margini di manovra in termini di investimenti sul mercato. Da questo punto di vista Suning ha già contribuito in modo importante, grazie all’accordo di sponsorizzazione della Pinetina e della maglia di allenamento (che dovrebbe valere circa 15 milioni a stagione) e agli accordi di co-brading siglati in Cina con alcuni produttori di articoli di elettronica di consumo distribuiti da Suning (che avrebbero un valore di circa 20 milioni).

L’altra leva a disposizione per far crescere il fatturato e compensare i costi legati agli investimenti sul mercato è quella delle plusvalenze. Nella stagione 2016-2017, secondo i calcoli di Calcio e Finanza (nei prossimi giorni pubblicheremo una preview dettagliata sui conti dell’Inter per la passata stagione), i nerazzurri avrebbero realizzato plusvalenze per circa 44 milioni di euro.

Ciò non significa che Sabatini e Ausilio abbiano la necessità di vendere a tutti i costi già in questa sessione di mercato. L’esperienza del 2016-2017 dimostra che anche vendendo a giugno è possibile registrare le plusvalenze nel bilancio dell’esercizio in corso. E’ evidente però, stando almeno alle indiscrezioni di mercato, se dovessero arrivare offerte interessanti per alcuni giocatori (Jovetic e Perisic su tutti) la dirigenza nerazzurra non potrebbe non prenderle in considerazione.