Agnelli: "Serve una riforma dei campionati: c'è un abisso tra club di prima e seconda fascia"

«Una riforma dei campionati è indispensabile». Il presidente della Juventus Andrea Agnelli non ha dubbi: serve rivedere la struttura dei campionati europei.

Per il numero bianconero non si tratta di un…

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«Una riforma dei campionati è indispensabile». Il presidente della Juventus Andrea Agnelli non ha dubbi: serve rivedere la struttura dei campionati europei.

Per il numero bianconero non si tratta di un problema competitivo: in sostanza, il problema non è che la Serie A sia poco allenante per la Juventus. «Non è così perché non vedo campionati con dinamiche molto diverse dalle nostre – le parole di Agnelli in un’intervista a Tuttosport -. Il livello del nostro torneo è elevato, all’interno c’è un campionato di prima e seconda fascia. E uno di terza fascia. Certo, sono mancate le milanesi ma guardiamo cosa avviene altrove. In Francia sono sostanzialmente tre squadre, in Germania anche meno, in Spagna lo stesso. L’unico campionato diverso è quello inglese conteso da almeno sei sette club. Dal prossimo anno – prosegue – l’Italia riavrà quattro posti in Champions anche grazie alla Juve e spero che alle nostre spalle riappaiano le milanesi».

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Andrea Agnelli (foto Insidefoto.com)

Il problema, però, è che «Solo in un contesto sano e virtuoso c’è spazio per immaginare delle società che possano proiettarsi nel futuro avendo grande attenzione a questi parametri, come i costi di ammortamenti e stipendi che devono rientrare tra il 60 e il 70% del fatturato – continua Agnelli -. Ecco perché ho parlato di partecipanti al campionato di prima e di seconda fascia. C’è un abisso fra le prime e le seconde. Una riforma dei campionati è indispensabile perché c’è troppa differenza fra i tornei in Europa anche se i problemi poi sono gli stessi. Ci sono squadre in più nei vari campionati? È una domanda che bisogna porsi. La solidarietà ha significato, il sostentamento no. La solidarietà segue un progetto sportivo, il sostentamento no».

Per Agnelli, quindi, «Leghe, Uefa e federazioni devono fare delle valutazioni su quello che può essere il calcio nei prossimi 15 anni ponendosi delle riflessioni a livello europeo. Perché bisogna dare singole risposte a singoli Paesi. Ora le faccio io una domanda: sa qual è la singola partita, a livello continentale, che ha più valore economico? Glielo dico io: la sfida dei play-off di Championship in Inghilterra. Chi viene promosso in Premier incassa subito 150 milioni. Una manna. È evidente che ci siano troppe differenze nelle varie realtà del calcio europeo. Dobbiamo capire qual è il vero modello per il calcio professionistico del futuro».

Un futuro su cui le squadre stanno già ragionando: «Abbiamo raggiunto l’accordo 2018-21 sui diritti tv, stiamo per definire l’intesa 21-24. Quello che avverrà nei prossimi sette anni ridefinirà le logiche del calcio europeo dopo il 2024 – continua il presidente della Juventus -. Tutte le società hanno una pianificazione economica a medio termine. Entro il 2024 si dovrà analizzare il calcio su una carta bianca per trovare una soluzione fra tutte le componenti».

«Faccio un esempio – ha dichiarato il numero 1 dei bianconeri -: il Copenaghen è un grandissimo club in patria ma ha gli stessi problemi di altre squadre leader. Qual è il modello che mi permette di vincere non solo nella mia Nazione? Come facciamo a mettere il Copenaghen nelle condizioni di vincere la Champions League? Qual è il modello di calcio che vogliamo dopo il 2024? Questo vale per tutti. Anche per società italiane come il Sassuolo. Bisogna studiare meccanismi di accesso – le parole di Agnelli -. Va bene premiare le squadre campioni, giusto valorizzare anche secondi, terzi e quarti classificati, ma resta il problema di un modello uniformato e gestibile per tutti».

Quindi niente Superlega europea? «In ogni Paese ci sono logiche diverse ma con problemi simili. Tutti si domandano come crescere. Dobbiamo rispondere a questa domanda. Come far crescere il Copenhagen, come far crescere il Celtic, come far crescere l’Ajax, come far crescere il Benfica. E il modello non deve favorire le singole società ma i vari campionati – conclude Agnelli -. Il presidente Uefa, Ceferin, si sta impegnando molto su questo argomento».