Il caso Pogba continua a tenere banco. La Fifa infatti sta svolgendo un’inchiesta disciplinare sulla Juventus per la cessione del centrocampista francese ai Red Devils (qui vi abbiamo spiegato i dettagli dell’operazione).
La domanda che in molti si fanno è: “Cosa rischia la Juventus?”. Per rispondere abbiamo chiesto un parere all’avvocato Sebastiano Martini, esperto di diritto sportivo che nella sua carriera ha rappresentato e assistito diverse società di calcio professionistico ma anche calciatori e dirigenti sportivi.
«Per comprendere meglio quale sia la eventuale violazione delle norme sportive che potrebbe essere imputata alla Juventus, è necessario prendere in esame il “Regolamento FIFA sullo status e sui trasferimenti dei calciatori” che tutti i club sono tenuti a rispettare».
«In particolare – prosegue l’avvocato Martini – l’art. 18 bis di tale regolamento, intitolato “Influenza di terzi sulle società”, in inglese “Third-party ownership (tpo)”, afferma che “Nessuna società può stipulare contratti che permettano a qualsiasi altra parte che figuri all’interno del contratto o a terzi di acquisire la capacità di influire sui rapporti di lavoro e sulle questioni relative ai trasferimenti, sulla sua autonomia, sulle scelte politiche o sull’attività della propria squadra” ed anche che “La Commissione disciplinare FIFA può imporre misure disciplinari alle società che non osservino gli obblighi contenuti nel presente articolo”».
«Ciò che pertanto si presume potrebbe voler verificare la FIFA, è se vi sia stato o meno alcun accordo contrattuale a favore di Raiola – le parole dell’avv. Martini -, o di società facenti capo a quest’ultimo, che abbia permesso al medesimo di influenzare in qualunque modo il rapporto della società con il calciatore o il suo trasferimento ad altro club».
«Le sanzioni disciplinari che per casi analoghi di influenza di terzi la FIFA ha già applicato sono per lo più ammende di natura economica, come già avvenuto nei confronti del Siviglia che, per la violazione dell’art. 18 bis, era stato condannato a pagare un’ammenda di circa 50 mila euro. Ma potrebbero essere comminate anche sanzioni più incisive, come ad esempio la sospensione delle operazioni di mercato del club interessato per un determinato periodo di tempo».
«Pare quindi – conclude l’avv. Martini – che il tema dell’influenza di terzi (si legga agenti) nei rapporti di lavoro sportivo sia quindi, oggi più che mai, estremamente attuale».