Mediaset: Vivendi prepara il congelamento dei diritti di voto

Dopo aver sistemato la questione Tim, Vivendi può aprire il dossier su Mediaset. Entro il 18 giugno deve spiegare all’Agcom come intenda osservare le sue disposizioni e con ogni probabilità…

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Dopo aver sistemato la questione Tim, Vivendi può aprire il dossier su Mediaset. Entro il 18 giugno deve spiegare all’Agcom come intenda osservare le sue disposizioni e con ogni probabilità risponderà che congelerà entro il 9,9% i diritti di voto sul Biscione, oggi quasi al 30%. Con una particolarità: che i francesi hanno un anno per farlo e quindi all’assemblea del gruppo televisivo italiano di fine giugno potrebbe presentarsi con l’intera quota.

Sarà quindi un’estate calda anche perché Vivendi non può tenersi in pancia una partecipazione, che valuta 1,2 miliardi, del tutto improduttiva. La prima cartina di tornasole per un possibile accordo è il calcio, cioè la prossima asta per i diritti televisivi della seria A. E non a caso Mediaset ne ha chiesto un rinvio.

Così il riaccendersi della partita ha fatto ripartire la Borsa: in una giornata piatta per l’indice generale, ieri, il Biscione è cresciuto dell’1,6%, tornando sui livelli recenti dopo due giornate a metà settimana di evidente calo per la perdita dell’appeal speculativo causata dal via libera della Ue a Vivendi al controllo di Tim.

Ma adesso, dopo la nomina del suo amministratore delegato Arnaud de Puyfontaine a presidente del gigante italiano delle Tlc, i francesi sono liberi di pensare al match con il Biscione. Ma anche il gruppo media francese viene premiato dal mercato azionario: nell’ultima seduta della settimana il titolo a Parigi è salito dell’1,1% finale dopo aver toccato punte di rialzo vicine al 3%, portandosi al livello massimo dal gennaio 2016.

Gli analisti francesi apprezzano soprattutto l’ipotesi – confermata dal primo azionista Vincent Bolloré – di una quotazione di una parte della controllata Universal music. Ma guardano anche all’Italia, come Bolloré, che all’assemblea del suo gruppo ha detto che su Mediaset intende mantenere le posizioni, pur volendo trovare un accordo con Berlusconi.

I tempi però non sono ancora brevissimi e il confronto si svolgerà tutto sui nervi. Dopo la risposta all’Agcom, che non potrà opporsi, i francesi hanno infatti tempo fino all’aprile prossimo per congelare realmente i loro diritti di voto sul Biscione e all’assemblea Mediaset del 28 giugno potrebbero quindi presentarsi con tutto il loro peso.

A quel punto toccherebbe al presidente Fedele Confalonieri accettare o meno la costituzione dell’intera quota: pronti quindi ricorsi e controricorsi su eventuali votazioni, ma appare difficile che i francesi, se davvero vogliono un accordo, intendano presentarsi in modo così aggressivo in un’assemblea dove al momento il controllo di Fininvest appare blindato.

Non è detto però che il tempo giochi tutto dalla loro parte: se Berlusconi sarà cruciale nella formazione del nuovo governo la ‘copertura’ politica di Mediaset si rafforzerà e in ottobre dovrebbero arrivare i primi segnali concreti del Tribunale di Milano sulla causa miliardaria intentata dal Biscione per il mancato acquisto di Premium.