Sergio Marchionne è il campione assoluto degli incassi tra gli amministratori delegati di gruppi che fanno riferimento all’Italia, quello che vince la gara sulla lunga distanza, arriva primo anche sugli 800 metri (il bonus annuale, sugli obiettivi di breve periodo) e batte tutti sullo scatto (la “semplice” retribuzione annua).
Lo ha calcolato La Repubblica che oggi svela quanto prenderebbero i principali amministratori delegati a Piazza Affari, nell’ipotesi in cui centrassero tutti i risultati massimi previsti dai rispettivi piani e considerando che il valore delle azioni (quando i bonus sono legati ai titoli) sia quello di fine aprile.
Certo, nel 2016 la sua mancata promessa sposa, la numero uno di General Motors, Mary Barra, si è portata a casa 22,6 milioni di dollari, ma se Marchionne centrerà tutti gli obiettivi di lungo termine nel massimo della misura possibile, per il periodo 2014-2016 si vedrà assegnate quasi 8,4 milioni di azioni Fiat.
Ai prezzi di fine aprile, significano 87 milioni di euro (lordi): poco meno di quanto è costato Higuain alla Juve; la prima tranche, fino ad un massimo di 2,795 milioni di azioni (29 milioni di euro), potrebbe riceverla nella prima parte del 2017.
È pur vero che in 7 anni un piccolo azionista Fiat si è ritrovato partecipazioni in altre 4 società e ha guadagnato, solo dalle performance di Borsa, quasi l’80%, ma anche a Marchionne non è andata male: se ora incassasse 2,8 milioni di azioni Fca, si porterebbe a casa grosso modo quanto guadagnano 1.100 operai metalmeccanici in un anno.