Dai grandi campioni allo sport per tutti. Così si può inquadrare l’impegno di Gatorade a sostegno dello sport. Una scelta, un modello, si direbbe di questi tempi, per una bevanda che giocoforza deve stare nel mondo sportivo a pieno titolo ritagliandosi la sua identità, anche rispetto a prodotti – diversi ma concorrenziali – che stanno facendo molto parlare di sè, come ad esempio Red Bull.
Rispondendo a qualche domanda della Gazzetta dello sport, Mauro Sgaria, responsabile delle bevande non carbonate Pepsico, delinea l’impegno di Gatorade nel mondo del calcio dopo che per il secondo anno di fila alla Gazzetta Football League verranno distribuite oltre 200.000 bottigliette sui campi per ricaricare i ragazzi.
«Gatorade vuole sostenere – spiega Sgaria – i valori di una sana competizione e l’importanza di un allenamento costante per il benessere psicofisico, con una corretta alimentazione e idratazione. Ogni squadra ha avuto una fornitura di Gatorade per ogni partita, per un efficace reintegro dei liquidi, diminuire il rischio di disidratazione mantenere le prestazioni. Gatorade è lo sport drink n.1 al mondo e con il supporto del centro di ricerca Gatorade Sports Science Institute punta sulla ricerca per prodotti che possano dare benefici scientificamente provati».
Gatorade nasce nel 1965 da un’esigenza dell’Università della Florida per reintegrare le sostanze perse dai Gators durante l’attività fisica.
In Italia si afferma negli anni ’90 e firma nel 1992 la mitica squadra di ciclismo Gianni Bugno, la Gatorade Chateau d’Ax. Da allora entra nell’immaginario collettivo e cresce nel mercato nazionale.
Oggi Gatorade è lo sport drink di Barcellona, Arsenal, Juventus, Roma, Napoli e della Champions League, un palcoscenico prestigioso per aumentare la consapevolezza del proprio impegno nel ricaricare gli atleti di tutto il mondo.
Quest’ultima presenta i migliori giocatori e club del calcio mondiale e rappresenta un palcoscenico prestigioso attraverso cui Gatorade vuole aumentare la consapevolezza del proprio impegno nel ricaricare gli atleti di tutto il mondo, sperando di contribuire a migliorarne le prestazioni.