Nessuna tutela infortunistica e previdenziale per 11 milioni di atleti dilettanti in Italia, compresi anche i campioni di tutte le specialità olimpiche.
A mettere in evidenza questo aspetto del mondo degli sportivi è il Centro studi diritto e medicina dello sport, che ha presentato la sua nuova attività presso l’Istituto di medicina e scienza dello sport del Coni, nell’ambito del convegno medico giuridico ‘Welfare nello Sport – Nuovi Scenari’, affrontando temi come la tutela della salute, invalidità e pensione, prevenzione e informazione sui rischi e disabilità, tutte aree critiche dello sport che coinvolge oltre 18 milioni di italiani.
“Il Centro si propone l’integrazione tra le discipline giuridiche, mediche e previdenziali che interagiscono nel governo di un settore divenuto fondamentale nell’attuale società – ha dichiarato Isabella Maria Stoppani, responsabile delle relazioni istituzionali del Centro studi – Lo sport in Italia viene praticato a diverso titolo. Ben 118mila sono le associazioni sportive, con circa 4 milioni e mezzo di tesserati alle Federazioni nazionali e oltre 11 milioni di atleti dilettanti, certamente meno tutelati dei professionisti. Sono considerati professionisti, infatti, legati da lavoro subordinato, solo i calciatori, i pugili, i ciclisti, i motociclisti ed i giocatori di golf e di basket. La distinzione tra professionisti e dilettanti è in molti casi solo formale, come nel calcio, dove dalla serie D in giù sono tutti dilettanti”.