Cala l'impatto negativo della pirateria in Spagna: -10% per il calcio

Cala l’impatto economico negativo della pirateria per il calcio in Spagna. Secondo una ricerca dell’Observatorio de la piratería 2016, infatti, nella penisola iberica l’accesso ai contenuti piratati è calato complessivamente del 4%,…

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Cala l’impatto economico negativo della pirateria per il calcio in Spagna. Secondo una ricerca dell’Observatorio de la piratería 2016, infatti, nella penisola iberica l’accesso ai contenuti piratati è calato complessivamente del 4%, mentre è sceso del 10% per il calcio.

Nel 2016 sono stati complessivamente 122 milioni le partite viste illegalmente (-13,4%) dal 10% delle famiglie spagnole (-9%). Il valore complessivo delle gare piratate si aggira sui 369 milioni di euro, il 10% rispetto al 2015. Dal punto di vista economico, il mancato guadagno si aggira invece sui 270 milioni di euro.

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Il motivo più scelto da chi guarda le partite di calcio trasmesse illegalmente è che “i giocatori di calcio guadgnano già abbastanza soldi” (secondo il 72% degli intervistati), seguito da “guardare le partite tramite altri mezzi è eccessivamente costoso” (58%). “Guardare le partite senza pagare non danneggia la mia squadra” è invece la ragione per il 41% degli untenti, e per un altro 36% “non danneggia nessuno”. Il 25% invece lo fa perché “lo fanno tutti”.

“Siamo soddisfatti dei risultati che l’Osservatorio della pirateria ha raccolto, ma resta ancora un sacco di lavoro da fare – il commento di Javier Gómez, direttore generale della Liga spagnola -. Abbiamo visto che i fan stanno cominciando a capire che la pirateria danneggia tutti. Per quanto riguarda il calcio, la pirateria  è scesa dal 21% al 18%, tra il 2015 e il 2016, in quanto a numero di utenti, ma abbiamo rilevato che ci sono altri modi diversi che sono stati avviati per accedere illegalmente alle partite di calcio”, ha concluso Gomez.

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Complessivamente, nel 2016 in Spagna ci sono stati 4,1 miliardi di accessi a contenuti illegali (-4,2% rispetto al 2015), con un valore complessivo di 23,2 miliardi di euro (-3,2%), ma i mancati guadagni dall’industria culturale sono saliti del 6,8% a 1,7 miliardi di euro.