Casa Milan conquista il web: è il Museo più social d'Italia

Sono passati ormai quasi tre anni dall’inaugurazione di Casa Milan, la sede rossonera voluta da Barbara Berlusconi situata in via Aldo Rossi, ma il riscontro è certamente positivo. Al di…

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Sono passati ormai quasi tre anni dall’inaugurazione di Casa Milan, la sede rossonera voluta da Barbara Berlusconi situata in via Aldo Rossi, ma il riscontro è certamente positivo. Al di là del numero dei visitatori, ora c’è un altro primato di cui ci si può fregiare, quello di essere il Museo più social d’Italia. Più precisamente, è quello di generare maggiore engagement tra i follower.

A rivelare il dato è uno studio effettuato dall’Osservatorio sull’innovazione digitale nei beni e attività culturali del Politecnico di Milan.

Pochi giorni fa l’organismo, in un incontro organizzato al Piccolo Teatro di Milano, ha presentato una serie di dati che sottolineano la presenza sui social network degli oltre 4 mila musei presenti sul territorio italiano.

Il risultato è che il 52% di queste realtà è presente su almeno una delle tre principali piattaforme. Nello specifico, il 51% ha una pagina Facebook, il 31% comunica suTwitter, mentre il 15% preferisce puntare sulle immagini che caratterizzano Instagram. C’è però un dato che ci deve fare riflettere: solo il 13% delle strutture museali presenti in Italia utilizza tutti e tre questi canali.

Lo studio ha preso in considerazione i post pubblicati tra giugno e novembre dello scorso anno. Il primo fatto che è stato analizzato è la popularity, ovvero il numero medio dei like al singolo post (o dei cuoricini per Twitter e Instagram) diviso il numero dei like della pagina, o dei follower, moltiplicato per mille.

Per Facebook e Twitter è stata inoltre calcolata la virality. Ovvero la media di condivisioni o retweet dei post diviso il numero di like alla pagina o follower moltiplicato per mille. Nel caso di Instagram è stato invece calcolato il commitment, cioè il valore medio dei commenti fratto i follower e moltiplicato mille.

Il risultato è quello rappresentato nell’infografica, dove le bolle sono dimensionate rispetto alla popoluarity, alla virality e al commitment. Il colore delle bolle diventa via via più scuro maggiore è il numero di post sui social network che sono stati presi in considerazione.

musei-italiani

Osservando in modo più preciso il grafico si può notare che il livello di engagement generato da ogni struttura non dipende dalla qualità dei post ma dalla quantità. Le interazioni maggiori sono infatti inversamente proporzionali al numero di post pubblicati.

L’esempio più evidente di questa situazione è  proprio la situazione di Casa Milan. Facebook, come è facile immaginare, è ovviamente il social network più utilizzato dove si riscontra una popularity di 256,3, anche se sono solo 22 i contenuti esaminati dall’Osservatorio del Politecnico. All’estremo opposto, sul social di Palo Alto, ecco il museo delle Culture di Milano che, nonostante gli 805 post, ha ottenuto una popularity di appena 0,6.

Altro aspetto positivo per la società rossonera è la virality, ovvero la capacità dei post di essere condivisi. In questo caso, però, si registra un equilibrio maggiore rispetto ad altre strutture. Guardando alla virality, ovvero alla quantità di retweet in proporzione ai follower, il risultato migliore è quello dell’account del Palazzo Ducale di Mantova.

musei-twitter

La siutazione varia su Instagram, dove la modalità di comunicazione si basa sulle immagini, spesso particolarmente evocative. A vincere è l’account che pubblica le immagini dei Mosaici di Ravenna, con una popularity che supera quota 119.

Un ulteriore confronto effettuato ha riguardato il confronto tra popularity rispetto a virality e

Musei, il confronto tra i tre social network
Musei, il confronto tra i tre social network

 

 

Intendendo la prima come un’interazione più immediata, visto che si realizza con un semplice click. E le seconde come un’interazione più complessa, dal momento che richiedono più click o, nel caso di Instagram, la scrittura di un testo. Questo ci permette di evincere un concetto importante: per i musei italiani Twitter è il mezzo migliore per generare un’interazione più complessa, visto che i valori di virality sono di norma superiori a quelli di popularity. Mentre su Instagram sono più comuni i like dei commenti. Facebook si pone a metà tra i due, anche se con una tendenza maggiore verso la virality.